Oltre ai tifosi, stanno aderendo all'associazione giocatori e allenatori del passato. Si è ricordato di Siena anche Mike Bantom, ma in molti mancano all'appello
L’obiettivo dei 200 mila euro è vicino. Al traguardo di quella che è stata denominata “fuga per la salvezza” mancano poco più di 20 mila euro, una cifra che l’associazione Io Tifo Mens Sana, costituitasi durante l’inverno per soccorrere la Mens Sana Basket 1871 e scongiurare un secondo fallimento cestistico in appena due anni, confida di raggranellare nei 40 giorni dalla deadline del 30 giugno facendo leva sul sentimento (e sul portafogli) dei tifosi e sul richiamo che l’iniziativa sta avendo pure fra addetti ai lavori, personaggi celebri, ex biancoverdi.
Ne fanno già parte il giornalista e conduttore televisivo Guido Bagatta, l’imprenditore marchigiano Franco Dal Moro (già presidente della Vuelle Pesaro, prima di dirigere l’Olimpia Matera), il ciclista professionista Diego Ulissi, fresco vincitore di un paio tappe al Giro d’Italia. Soprattutto, ne stanno alimentando la speranza un buon numero di personaggi che alla Mens Sana hanno legato nome, carriera sportiva, in qualche caso successo. Tutto meno che una coincidenza il fatto che, a tirare le fila del progetto, sia stato Alfredo Barlucchi, primo nazionale espresso dal basket senese (arrivò in Azzurro ad inizio anni Sessanta, quando già militava a Cantù, per vederlo in serie A con la Mens Sana si dovette però attendere il 1974, quando era ormai 34enne) e attuale vice presidente del club di viale Sclavo, ma assieme a lui altri due soci fondatori di Io Tifo Mens Sana vantano “gettoni” nella prima squadra biancoverde: parliamo di Piero Franceschini, una delle colonne della squadra che raggiunse e mantenne la serie A ad inizio anni Settanta (oltre al ritorno alla base, non fortunatissimo, nel torneo 1980/81), e di Pierluigi Puccetti, che dal settore giovanile approdò fra i senior nella prima parte della stagione di serie B 1989/90.
Fra i soci ordinari, Io Tifo Mens Sana annovera Davide Parente, recentissimo ex che ha legato il proprio nome alla promozione in A2 della scorsa primavera e che è stato fra i primi a sottoscrivere per la causa della salvezza biancoverde.

Più nutrita la presenza di ex nelle fila dei soci cosiddetti sostenitori, coloro cioè che hanno contribuito alla causa di Io Tifo Mens Sana Siena con qualsiasi cifra e non esprimono voti in assemblea. Ci sono Simone Pianigiani, una carriera (e non solo quella) sbocciata in viale Sclavo, facendo incetta di titoli giovanili e, realizzando, da capo coach di quella che si chiamava Montepaschi, un impressionante record di trofei nazionali (scudetti e coppe) fra il 2007 ed il 2012, Matt Janning, uno fra i “guerrieri” che nel 2014 arrivarono ad un tiro (il suo, purtroppo) dal titolo tricolore numero 9 della storia e Alessandro Magro, trait d’union tutt’altro che secondario, sulla panchina Mens Sana, di quanto appena raccontato citando le imprese di Pianigiani e Janning. E ancora, “Charly” Recalcati, una vita dedicata al basket di altissimo livello prima come giocatore poi come allenatore: parlandone in termini senesi, il condottiero del primo scudetto biancoverde, quello salutato dal muro di novemila tifosi in un (ormai) lontano sabato pomeriggio di dodici anni fa. Capitano di quella storica formazione era Roberto Chiacig, oro europeo e argento olimpico con la Nazionale fra il 1999 ed il 2004, ma anche colonna portante dell’ascesa mensanina dal 2000 al 2006, con la Coppa Saporta prima ancora dello scudetto, e poi di nuovo capitano (ormai 40enne) nella stagione della ripartenza, la scorsa, culminata con la promozione a Forlì: l’adesione di “Ghiaccio” a Io Tifo Mens Sana è arrivata pochi giorni dopo quella di Milenko Topic, magnifico leader silenzioso della pattuglia est europea voluta in biancoverde da Ergin Ataman e arrivata sul tetto d’Europa nella notte indimenticabile di Lione.
Era il 2002 ed erano trascorsi due anni dall’ultima partita in biancoverde di Sandro Dell’Agnello, uno dei pochissimi livornesi riusciti a far breccia nel cuore della Città della Balzana (tre campionati con la Mens Sana per l’attuale coach della Juvecaserta) e, non a caso, uno degli ex che a Siena continuano a sentirsi legati come se il tempo si fosse fermato, mentre è stata un’autentica sorpresa l’ingresso fra i soci dell’associazione del manager della Nba Mike Bantom, otto anni fra i Pro statunitensi (e, purtroppo per lui, anche la “macchia” dell’argento olimpico a Monaco 1972, quello arraffato dall’Urss con metodi…sovietici) prima di sbarcare a Siena e regalarci un biennio di talento assoluto, pur fallendo gli obiettivi di crescita, esponenziale, che la società si era data al momento della firma col campione nato a Philadelphia nel 1951. Infine Ezio Cardaioli, colui che ha permesso a Siena di innamorarsi dello sport dei giganti e dei canestri, un’intera vita dedicata alla Mens Sana, partendo da Sant’Agata per arrivare in serie A e riscrivere, negli anni Settanta, tante regole di tattica cestistica che ancora oggi ispirano chi intraprende la carriera di allenatore.
Tutti gli altri, e ce ne sono centinaia di nomi che hanno fatto la storia biancoverde (e che ancora non hanno risposto all'appello), si spera possano, e soprattutto vogliano, allungare questa bella e importantissima lista nei prossimi giorni.
Matteo Tasso
Nella foto, Mike Bantom con la maglia della Mens Sana (divenuta biancoblu per volere dello sponsor Mister Day) durante la partita a Treviso della stagione 1983/1984. Lo scatto è tratto dal volume “Conoscere il Basket”, Rizzoli Editore.