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UNIVERSITA' DI SIENA....E LA PROTESTA CONTINUA

News inserita il 26-11-2010

  

Lo slittamento a martedì 28 novembre del voto finale alla Camera sul ddl Gelmini –prodotto da un nuovo emendamento di Fli- ha alimentato le contestazioni degli studenti dell’Università di Siena.

Lo slittamento a martedì 28 novembre del voto finale alla Camera sul ddl Gelmini –prodotto da un nuovo emendamento di Fli- ha alimentato la protesta degli studenti dell’Università di Siena, che l'altro ieri avevano “salutato” il nuovo rettore Angelo Riccaboni, la direttrice amministrativa Ines Fabbro, i docenti ed il personale tecnico-amministrativo “incatenandosi” simbolicamente all’ingresso del complesso San Niccolò, sede comune delle facoltà di ingegneria e lettere. Facoltà quest’ultima che permane nel suo stato di occupazione, iniziata nel chiostro di San Galgano in via Roma, la sede principale.
Sulla scia invece dell’episodio avvenuto alla stazione -l’occupazione dei binari da parte di un centinaio di studenti dell’Università per stranieri, che hanno esposto per circa tre quarti d’ora uno striscione con su scritto in 8 lingue “no ai tagli all’università”- ieri mattina una quindicina di ragazzi del Das (“Dimensione Autonoma studentesca”) ha tentato di scalare la Torre del Mangia (facendo eco agli studenti di Pisa in Piazza dei Miracoli) per esporre uno striscione con su scritto “resistere”, tentativo sventato dai poliziotti della Digos. Cinque studenti hanno poi chiesto di essere ricevuti dal consiglio comunale in corso in quel momento per richiedere la convocazione di una seduta straordinaria sull’università prima del 9 dicembre, giorno in cui dovrebbe aver luogo l’esame del Senato per il via libera definitivo.
Nel pomeriggio appuntamento alle 15 in via Mattioli, aula magna della facoltà di Scienze  politiche. L’assemblea  aperta a tutte le facoltà, e agli studenti dell’Università per stranieri; erano presenti il preside e alcuni docenti. L’assemblea delibera alfine di trasferirsi all’esterno, per le strade della città, nelle vie più affollate; così un corteo di poco meno che un centinaio di ragazzi raggiunge piazza Gramsci -scortato rigorosamente da Digos e volanti- e qui lo si vede disseminarsi su tutta la piazza e fin verso La Lizza  e riunirsi nuovamente per l’attraversamento ripetuto in fila indiana sulle strisce pedonali- con conseguente rallentamento del traffico. Sulla via del ritorno verso la sede di Scienze politiche, in continuità con quella di giurisprudenza anch’essa in via Mattioli, viene decisa l’occupazione di entrambe le facoltà, che affiancano così la collega Lettere e Filosofia nel bocciare la riforma definita dallo stesso ministro "epocale".

Valentina Lombardi

 

 

 

 

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