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TORNANO I BAUSTELLE E CANTANO L’ETERNA GIOVINEZZA

News inserita il 01-12-2010

 

 

 

Sold out agli ex Macelli di Montepulciano per festeggiare il rientro della band nella propria città natale. Tra vecchi successi e ultime hit i Baustelle hanno omaggiato con stile la prima data del “Tour del Sussidiario”

 

E’ nato qui. Con tutta la forza evocativa della provincia. E le colline di Montepulciano non potevano che essere lo scenario ideale per tastare il polso al “Sussidiario illustrato della giovinezza” dieci anni dopo. C’era tanta attesa, non solo per il ritorno della band a casa (fatto che non avveniva da quasi tre anni) ma anche per riascoltare le canzoni del loro disco cult, amatissime da queste parti, e così poco presenti negli ultimi tour dove ricoprivano un ruolo marginale nella scaletta (con sovente dispiacere di molti fan della prima ora). Come stanno i brani del Sussidiario dieci anni dopo? A quanto pare scoppiano di salute. E basta poco per capirlo. Un attimo. Il tempo necessario per sentire intonare a Rachele l’intro di "Musichiere 999", il pezzo che chiude la versione originaria del primo capitolo discografico. Rotto il ghiaccio, si scatena la festa. Boati liberatori escono per canzoni ormai storiche come “Martina” e “Sadik”, gole arrossate per “Le vacanze dell’83”, che parlano di Rimini, ma profumano tanto di Montepulciano e dintorni. E così via, generazioni nuove e vecchie che si uniscono in un coro unico per “Gomma”: d’altronde “il sabato sera dentro un buco” non è mai passato di moda da queste parti così ricche di bar ma povere d’idee per i ragazzi. Folla in estasi per “La canzone del riformatorio” altro brano tra i più amati in assoluto e per “La canzone del parco”, show personale di Rachele. Fine primo tempo, quello dedicato al Sussidiario. Anche se con un diverso arrangiamento (l’elettronica è stata relegata in secondo piano rispetto alla versione del disco) le canzoni godono di una freschezza e di un potenziale immaginativo notevole e ancora intatto. Non c’è tanto da aggiungere: dai quaranta ai quindici anni d’età esplode un’unica voce. La descrizione di un frammento di vita (l’adolescenza) continua a fare proseliti tra frange di pubblico eterogenee che si identificano nella poetica bianconiana. Un disco generazionale che non passa di moda. Un caso raro.
La seconda parte del concerto prevede i grandi successi degli ultimi anni con qualche gradita sorpresa. La nuova formazione live a otto elementi ha consentito un ulteriore salto di qualità alla band toscana. Brasini mantiene la solita grinta alle chitarre, Bianconi è migliorato tanto nella voce (se qualcuno si ricorda il primo tour del Sussidiario se ne renderà conto) e Bastreghi è sempre una garanzia. I brani della seconda parte sono chiaramente più rock e coinvolgono molto gli spettatori, soprattutto i ragazzi che hanno scoperto la band nel suo periodo “major”. “La guerra è finita” fa tremare il Mattatoio n°5, “Il corvo Joe” riporta un po’ di tranquillità. Gradite sorprese sono state “La moda del lento” tratto dall’omonimo album e “Mademoiselle Boyfriend” presente anch’esso nella seconda fatica del gruppo. Si passa alle citazioni, sempre molto colte e marchio di fabbrica dei Baustelle: Morricone, Pulp, pure una cover italiana della band inglese Divine Comedy. Finale con il botto, “Gli spietati” e, a gran richiesta dei più giovani, “Charlie fa surf” che sigilla la serata dei ricordi.
I Baustelle salutano, una teen-ager abbraccia Francesco e piange. Fuori diluvia, si accendono le sigarette, i saluti ritardano. Dieci anni e non sentirli. E che eterna giovinezza sia.

Luca Stefanucci

Foto: Andrea Fabrizi e Paolo Ricci

 

 

 

 

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