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TESSERA DEL TIFOSO, I FEDELISSIMI SCRIVONO AL MINISTRO MARONI

News inserita il 15-10-2010

 

"I soggetti pericolosi -si legge nella nota dei tifosi bianconeri- continuano ad andare in trasferta anche senza la tessera, perché è un loro diritto di liberi cittadini. Allo stadio, per evitare pericoli, o vengono fatti passare nel settore ospiti anche senza tessera (Siena-Modena) o addirittura (Siena-Padova) non volendo entrare nel settore a loro riservato per non essere identificati come tesserati, vengono fatti entrare dai tornelli del settore ospiti e poi traslocati in un altro settore, trasferendo i tifosi locali presenti, possessori del biglietto nominale, in altra zona dello stadio".

Ill. Sig.
Maroni Dott. Roberto
Ministro dell’Interno
Roma

Chi le scrive è un Club di tifosi che proprio in questi giorni sta festeggiando i 40 anni dalla sua fondazione, un’associazione di tifosi, giovani e meno giovani che, pur con le loro esuberanze non hanno mai oltrepassato i limiti di quella correttezza che Lei, e tutto il Paese, invoca.
L’argomento che vorremmo affrontare è la tessera del tifoso, una sua “creatura” che già in gestazione ha sollevato più di una legittima perplessità e che a distanza di qualche mese dalla sua entrata in vigore ha evidenziato la sua totale inutilità.
Volendo scendere nel particolare e riferendosi ai fatti e non alle teorie -cosa che avrebbe dovuto fare Lei e chi con lei ha studiato questo strumento assurdo e, ripetiamo inutile– possiamo affermare, senza possibilità di essere smentiti, che la sua “creatura”, ad oggi, si è dimostrata solo un mezzo per aumentare i rischi di episodi di violenza all’interno di uno stadio.
La sua utopistica visione di uno stadio dove la correttezza regna sovrana grazie ad un tagliando è a dir poco ottimistica e quello che preoccupa maggiormente è l’ostinazione con cui viene portato avanti un progetto che, finora, ha creato maggiori problemi che in passato e che non garantisce alcun vantaggio né ai tifosi né ai suoi uomini delle questure locali, chiamati spesso a gestire situazioni potenzialmente pericolose che la tessera, così come è concepita e attuata, crea costantemente.
L’iniziativa da lei attuata è stata presentata come una forma di fidelizzazione da parte delle società verso i propri tifosi –e qui già ci sarebbe da aprire un confronto visto che, almeno a  Siena è stata caldeggiata e presentata dal questore– dopo nove partite di campionato ancora non abbiamo capito quale sarebbero i vantaggi per i possessori, obbligati, di questa tessere.
Chi all’interno di uno stadio ha sempre o spesso tenuto atteggiamenti violenti -e questo indipendentemente dai gruppi o dalle sigle di appartenenza- continuerà a farlo e non sarà certo la tessera del tifoso a fargli cambiare il modo di vivere, anche perché certi elementi non l’hanno sottoscritta e mai lo faranno.
I soggetti ritenuti pericolosi continuano ad andare in trasferta anche senza la tessera, perché è un loro sacrosanto diritto di liberi cittadini.
Quando arrivano allo stadio, per evitare focolai pericolosi, o vengono fatti passare nel settore ospiti anche senza la tessera (vedi Siena-Modena) o addirittura (vedi Siena-Padova) non volendo entrare nel settore a loro riservato per non essere identificati come tesserati, vengono fatti entrare dai tornelli del settore ospiti e poi traslocati in un altro settore dello stadio, trasferendo i tifosi locali ivi presenti, possessori di quel biglietto nominale anch’esso tanto caldeggiato da Lei e dai suoi predecessori, in un altro settore.
In pratica creando un settore ospiti alternativo a danno dei locali che avevano acquistato regolare biglietto o abbonamento.
Davanti a queste situazioni a dir poco assurde, ci chiediamo –e ci scusi la franchezza- se Lei e coloro che con Lei collaborano sul progetto sicurezza negli stadi, conoscono minimamente il mondo dei tifosi, sono mai entrati in uno stadio “normale”, hanno mai intavolato un confronto con questo mondo sì passionale, ma non necessariamente violento nella stragrande maggioranza delle realtà.
Non è giusto che per episodi accaduti e che accadranno sicuramente ancora in certe piazze, venga penalizzato e preso in giro (fidelizzazione???) un intero movimento che ha come unica colpa la fede per una squadra e la passione che ne deriva.
Egregio Sig, Ministro, l’Italia è un paese che ha delle leggi che valgono in ogni luogo e per tutti i cittadini. Non sono necessarie altre regole per debellare la violenza negli stadi, basterebbe applicare le leggi che già esistono, soprattutto in quelle piazze che sono sempre, in negativo, al centro dell’attenzione.
L’impressione sgradevole che ne traiamo è quella che da fatti che accadono in certe realtà ben note  si prenda lo spunto per creare una legge che poi sarà applicata solo nelle piazze più gestibili, per altro raramente protagoniste di episodi di violenza.
E la tessera del tifoso è una di queste.
Non siamo stati d’accordo fin dall’inizio, ma l’abbiamo accettata, il dubbio l’abbiamo avuto subito, ora ci rendiamo conto che è assolutamente inutile.
Se mai leggerà questa nostra che Le abbiamo inviato, ci scusiamo per il prezioso tempo che Le abbiamo rubato. Non ci aspettiamo una risposta, ma non nascondiamo che ci farebbe piacere riceverla.
Molti cordiali saluti

Siena Club Fedelissimi

 

 

 

 

 

 

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