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SCATTA LA SEMIFINALE "ANTICIPATA": GECOM VUOL RESPINGERE LIVORNO

News inserita il 07-05-2015

Al PalaEstra (ore 21.00) primo atto di una serie prevedibilmente lunga e complessa. Biancoverdi in campo con addosso le scorie del dopo-Piombino

La semifinale scatta prima del dovuto e sulla strada, ancora lunga, che porta in A2 piomba un carico di tensioni e cattivi pensieri dei quali si sarebbe volentieri fatto a meno. Tant’è, alle 21.00 (PalaEstra) si inizia a giocare fra Mens Sana e Don Bosco Livorno, prima contro quarta della regular season, anche ciò che resta del glorioso passato di due città, in tempi diversi, capofila del basket italiano.

Tutti abili e arruolati in casa biancoverde, ma il punto interrogativo sullo stato di salute del gruppo allenato da Matteo Mecacci è grande quanto la cubatura del vecchio impianto che il prossimo anno festeggerà i 40 anni. Aggredire la serie sul piano nervoso, forti delle endorfine generate dallo sprint contro Piombino, è una buona strategia, poi però bisognerà contare quante stille di carburante siano rimaste nel serbatoio all’indomani di un quarto lungo ed intenso, tutto il contrario rispetto a quello di Livorno con Pavia, in aggiunta ai tre giorni in più di recupero per gli ospiti: naturale poggiare il piano-partita sulle certezze, che si chiamano Ranuzzi, Vico e Pignatti, sperando che Parente e Chiacig siano quelli delle serate giuste, ma la mission in una serie al meglio delle cinque partite è implementare la produttività delle rotazioni (messaggio recapitato a Sergio e Ondo Mengue, paradossalmente anche a Paci con tanto di monito a trovare un buon feeling con gli arbitri, oggi i veneti Semenzato e Menegalli), ciò che marca la differenza fra correre e dover rincorrere.

Negare l’1vs1 a Venucci in cabina di regia e togliere peso specifico alla garra, tutta argentina, di Gigena furono i prodromi dell’81-57 col quale la Gecom azzerò la Cfg lo scorso 12 aprile. Partita che magari non fa testo, ma che ha insegnato alla Mens Sana come togliersi di dosso la scimmia delle precedenti due sconfitte patite incrociando il cammino del Don Bosco. Il resto può e deve farlo il pubblico, che per otto mesi è stato fuori categoria e che, proprio per questo, in quarta categoria merita di starci giusto qualche altra settimana.

Matteo Tasso

(foto Mens Sana 1871)

 

 

 

 

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