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OBIETTIVO FORLI', PER COMPLETARE LA "MISSIONE A2"

News inserita il 09-06-2015

Sabato sera la Gecom sfida la Fortitudo Bologna: in palio la promozione, dopo un'annata durissima vissuta sempre al vertice.

Missione compiuta. Anzi, missione compiuta a metà. La Mens Sana aggancia gli spareggi di Forlì dopo una stagione regolare vissuta praticamente sempre in vetta (solo il Don Bosco, per tre settimane nel mese di gennaio, le ha fatto compagnia in testa al campionato) ed un lungo regolamento di conti col basket labronico (Piombino, Livorno e Cecina) durante i playoff, terminati col mostruoso dispendio di energie spalmato sulle quattro sfide alla Gr Service, supplementare di gara-4 incluso: sportivamente parlando è un grande risultato per una squadra e anche una struttura societaria costruite ex novo sulle macerie del fallimento della vecchia Mens Sana Basket, formula della categoria alla mano è invece solo un lasciapassare verso la partita/le partite che, quelle sì, mettono in palio la Serie A2. Inutile rimettersi a dire quanto tutto ciò sia sbagliato e ingiusto, i regolamenti sono questi ed entro il loro perimetro bisogna muoversi, sperando sabato sera di fare lo sgambetto alla Fortitudo Bologna, che a Forlì arriva con i favori del pronostico, almeno una settimana ossigenazione da far pesare sul piatto della bilancia, mille e più tifosi a sostenerla. Per andare di sopra c’è pure la scialuppa di salvataggio della domenica (quando si affronteranno le due sconfitta del giorno prima), eventualità da prendere in considerazione solo se e quando sarà il momento.   

Per chi ha avuto la “fortuna” di sentirselo appiccicato addosso, il caldo equatoriale del PalaPoggetti rimarrà un ricordo indelebile. Diventerà parte di quella mitologia che annovera, a vario titolo e secondo una scala di valori fortemente soggettiva, i pollini respirati a Gerland, la…pipì collettiva fatta sulle rive del lago di Vigna di Valle, il nove (9) contro quaranta (40) per uscire salvi dal Pianella di Cucciago dopo le braccia alzate di Gorenc, il furto del pallone che interrompe la partita di calcio nello stadio adiacente il palasport di Fabriano e tante altre storie. Molte delle quali ben più prestigiose e goderecce rispetto al breve elenco sopra. Tornando a Cecina, al suo impianto (che pure, per la categoria, è tutto meno che piccolo), all’illogicità di tante scelte federali patite nel corso di questi playoff, la finale fra Gecom e Gr Service è stata una tonnara durante la quale qualche sprazzo di basket ha provato a fare capolino: in ordine sparso, meritano citazione l’impatto di Chiacig nei finali delle prime due partite, la faccia tosta nella terza e nella quarta di Caroti e Rossato (l’età dei quali, sommata, è inferiore di quattro anni a quella del capitano biancoverde), i lampi di Ondo Mengue sabato pomeriggio e la follia creativa, costante, di Lollo “ultras” Panzini, i dieci rimbalzi offensivi presi da Sanna tra gara-2 e gara 4, l’overtime “da Parente” di Davide Parente. Che magari sarà l’antipasto di una serata d’autore contro la Fortitudo, crederci non costa nulla.   

L’inferno delle nobili decadute, leggi alla voce Serie B, ha partorito una finale con Siena, Bologna e Rieti. Rinuncio alla scontata, e al tempo stesso controversa, considerazione sulle vittorie del passato (per la cronaca, il club laziale fu il primo fra i tre a mettere le mani su un trofeo, la Coppa Korac del 1980: nomi come Sojourner, Brunamonti, Zampolini o Sanesi non diranno molto ai ragazzi cresciuti, beati loro, a “pane e Stonerook”, agli over 40 in compenso continuano a suscitare ammirazione e un pizzico d’invidia) per un semplice motivo: l’unico reale legame con quel passato è la passione della gente, che in larga parte è rimasta la stessa di un tempo (ed è fuori categoria rispetto a tutto quanto visto in questi nove mesi), ma a canestro andranno le forze di oggi, che hanno numeri diversi accanto alla denominazione societaria (1871 per la Mens Sana, 103 per la Fortitudo, quanto alla Sebastiani, quel glorioso nome tutto reatino è sparito da tempo) e che vivono in una realtà lontana anni luce dai fasti degli anni ruggenti. A tre piazze che hanno vissuto, e continuano a vivere, di basket si aggiunge Agropoli, una sorta di newcomer che già ha portato in marzo 500 tifosi nella vicina Rimini per la finale di Coppa Italia, persa contro Montichiari. Come andranno le cose in campo lo scopriremo tra sabato e domenica al PalaFiera, di sicuro in tribuna (vuoi per la posta in palio, vuoi per certe rivalità tutt’altro che sopite) lo spettacolo è, già da oggi, più che assicurato.

Matteo Tasso

Foto Mens Sana 1871

 

 

 

 

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