Undici febbraio 1992, è martedì sera e al palasport c’è il pienone, ma per una volta in campo non c’è la Mens Sana. E’ la Nazionale Italiana a richiamare quasi settemila persone sulle gradinate dell’impianto senese, che per la seconda volta nella sua storia ospita gli Azzurri del basket: l’Italia affronta in amichevole la Cecoslovacchia, politicamente e sportivamente ancora unita per qualche mese, e la sconfigge 75-57 in una partita certo non indimenticabile ma che dà modo a tutta Italia di toccare con mano quanto in città il basket sia tornato ad essere un fenomeno di massa, grazie alla doppia promozione dalla B all’A1 dei biancoverdi.
L’Italia arriva a Siena il giorno prima. Ha il tempo per allenarsi sul parquet di viale Sclavo, che ancora è quello originale del 1976 (con qualche difettuccio congenito, legato alla posa dei listoni direttamente sulla base della struttura e, quindi, per niente elastico) e di annusare l’atmosfera cittadina cenando nei locali della società ondaiola “G.

UN PO’ DI STORIA Quella del 1992 fu la seconda volta dell’Italia in viale Sclavo. Mandata dalla Fip a giocare a Mestre nella fase eliminatoria di Euro ’79 (Siena fu invece sede del girone che comprendeva Urss, Spagna, Bulgaria e Olanda), l’Italia fece il suo esordio ufficiale al palasport sette anni dopo, il 19 novembre 1986, in una partita amichevole giocata ancora una volta contro la Cecoslovacchia e vinta per 83-67, con 21 punti di Ario Costa, 16 di Riccardo Morandotti e 14 di Antonello Riva: c.t. degli Azzurri era Valerio Bianchini, che nell’occasione convocò il 18enne Andrea Niccolai, impegnato in serie B con Montecatini (altri corsi e ricorsi storici). La partita più importante giocata dalla Nazionale a Siena rimane però quella del 28 febbraio 1998, nell’ambito delle qualificazioni per il Campionato Europeo che poi l’Italia, guidata da Bogdan Tanjevic, vincerà alla grande nel 1999 a Parigi: si gioca al sabato pomeriggio contro la Georgia e non c’è storia, finisce 90-43 con 14 punti di Sambugaro e 11 a testa per Scarone, Meneghin, Galanda e Frosini.
Matteo Tasso