STORIA DEL PALIO: MISCELLANEA PALIESCA

News inserita il 03-05-2016 - Palio - Rubrica Storia del Palio

Brevi aneddoti sulla nostra festa tra il ‘600 e l’800.

Nel Palio di luglio 1684 all’Istrice toccò un cavallo così scarso che, dopo essere stato provato in Piazza fu restituito dai dirigenti. Il giorno successivo, dopo animata discussione in contrada la brenna fu ripresa, ma rimandata definitivamente indietro con la volontà di non voler correre. I giudici, considerato il comportamento scorretto della contrada, si rivolsero alla Biccherna che intimò alla contrada di presentarsi in Piazza e di non strapazzare il cavallo pena il pagamento del danno.

Nel luglio 1730 il cavallo del Nicchio si fermò davanti al palco dei giudici senza superarlo nonostante i ripetuti incitamenti del fantino.

Sopraggiunse la Selva che superò il palco e le fu assegnato il Palio. I nicchiaioli inferociti strapparono il Palio dalle mani dei selvaioli sostenendo che il cavallo si era fermato allo sparo del mortaretto che indica la fine della corsa. Ma la Biccherna, sentite le dichiarazioni dei testimoni e quella del fantino del Nicchio, confermò la vittoria della Selva.

Il 2 luglio 1749 vinse l’Aquila, ma il Drago, secondo arrivato, si appellò alla Biccherna pretendendo il Palio sostenendo che l’Aquila, alla partenza non era allineata ma si trovava qualche braccia indietro perché aveva un cavallo furioso. Ma i giudici confermarono la vittoria dell’Aquila che sì, era partita indietro, ma “dentro il canape e a linea retta dell’ottavo posto che gli toccava in sorte”.

Nell’ottocento era consentito che il cavallo scosso fosse condotto al canape se il fantino fosse caduto nelle fasi preliminari. Ciò successe nell’agosto 1837 quando il fantino della Lupa cadde durante la prima mossa ed il cavallo fu condotto da solo al canape, e nel 1853 con l’Aquila. Il17 agosto 1789 addirittura due furono gli scossi portati al canape da soli per infortunio dei fantini nelle mosse precedenti: quelli del Drago e della Pantera.

Nel 1860 fu deciso di disputare un Palio straordinario per la venuta di Re Vittorio Emanuele a Siena. La carriera si doveva correre il 26 aprile ma, causa un temporale la corsa fu rimandata al giorno successivo alle 8.30 di mattina per permettere al sovrano, che sarebbe dovuto ripartire in treno alle 11.30, di assistere al Palio. La carriera, vintadall’Onda, come ci raccontano le cronache, fu molto brutta a causa della pista fangosa e molti fantini caddero, ma lo spettacolo piacque lo stesso al sovrano che donò 200 lire al vincitore e 300 lire da dividersi per gli altri.

Davide Donnini

Foto tratta dal sito www.ilpalio.org

 

 

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