Beniamino, Vincenzo Cappelli e Mangia, tra Campo e tribunale.
Oggi ci occuperemo di 3 fantini ottocenteschi passati alla ribalta non certo per le loro vittorie sul tufo ma per fatti di cronaca nera. Bernardino Calvellini, detto Beniamino, è stato l’unico fantino figlio di un dirigente di contrada a correre in Piazza; suo padre infatti ha ricoperto la carica di capitano della Selva nei primi dell’800, ma ciò non è comunque servito al figlio per sfondare nel mondo del Palio. Beniamino corse solo la carriera con tutte e 17 le contrade del 18 agosto 1842 per la Pantera, e della sua prestazione non c’è rimasta traccia egli annali.

Chi invece fece la conoscenza del carcere ben prima di esordire in Piazza fu Angelo Bartalozzi, detto Mangia, 2 Palii corsi, il 18 agosto 1841 per la Giraffa ed il 15 agosto 1848 nella Lupa. A soli 13 anni infatti Bartalozzi si recò con un compare in un campo fuori Porta Ovile a rubare l’uva. Terminata la loro “spesa”, i due cominciarono a litigare per la spartizione del bottino che Mangia non voleva dividere con il compagno. Ne scaturì una violenta rissa, al culmine della quale il futuro fantino, prima colpì l’amico con una canna, poi lo ferì con una coltellata. Ed il giovane Angelo, che sognava scorpacciate d’uva, si dovette accontentare dei miseri pasti a base di pane ed acqua delle carceri.
Davide Donnini
Foto tratta da www.ilpalio.org