Due carriere caratterizzate da piccoli e grandi incidenti.
Oggi facciamo un bel balzo indietro nel tempo, fino al 1903, anno in cui furono disputate due carriere ricche di imprevisti e di eventi degni di essere ricordati.
La tratta del Palio di luglio favorì Nicchio, Drago e Leocorno, ma poche erano le contrade tagliate fuori dai pronostici. Le prove furono caratterizzate da numerose cadute e da incidenti vari: nella terza prova, ad esempio, finirono sul tufo Fulmine della Chiocciola e Gaggia della Selva, e furono sostituiti rispettivamente da Scansino, proveniente dal Nicchio, e da Martellino. La prova generale fu corsa dopo l’acquazzone che costrinse ad annullare la prova del mattino, e le cattive condizioni del tufo (le cronache dicono addirittura che davanti alla Fonte non c’era più la terra e si vedevano le lastre!) provocarono la caduta di Zaraballe del Drago, con relative polemiche dei dragaioli.

Ad agosto, la sorte favorì invece il Bruco, che si affidò prima a Testina, ceduto poi all’Onda, ed in seguito a Pallino, la Chiocciola che montò Popo, la Civetta con Pioviscola ed il Drago che sognava il cappotto ancora con Zaraballe. La sera del Palio, al termine della passeggiata storica, si verificò una svista colossale che poteva costare caro a cavalli, fantini e spettatori: venne infatti aperto, come succedeva sempre a quell’epoca, il cancello di S. Martino in modo da consentire alla moltitudine di persone che era rimasta fuori di poter accedere alla conchiglia, ma nello stesso momento, scoppiò il mortaretto che chiamava le contrade sul tufo. I cavalli furono incredibilmente fatti entrare ai canapi che la pista era ancora piena di persone, e solo una forzatura al canape, con conseguente mossa falsa, consentì di far accedere tutte le persone in Piazza senza troppi problemi. Proprio a causa di questa forzatura, ci fu la caduta di Piovoscola che restò a terra svenuto. Riportato all’Entrone, egli era intenzionato a non rimontare, e solo i carabinieri lo convinsero a tornare sui suoi passi. Nella seconda mossa, l’Oca con Lina ed Angelo Montichiari detto Spansiano prese la testa, seguita da Montone e Drago. Spansiano controllò facilmente fino al terzo giro, quando si presentò minaccioso il Bruco, ma Pallino cadde all’ultimo Casato, proprio quando stava sferrando l’attacco decisivo, spianando così la strada al Montichairi che festeggiò così il primo successo sul tufo.
Davide Donnini
Foto tratta da www.ilpalio.org