STORIA DEL PALIO: IL 1855

News inserita il 15-04-2020 - Palio - Rubrica Storia del Palio

L’epidemia di colera costrinse all’annullamento della carriera di agosto.

La decisione presa dall’amministrazione comunale di posticipare, se ci saranno le possibilità, le due carriere del 2020 per motivi sanitari, non ha precedenti nella storia del Palio, anche se qualche analogia con la situazione che stiamo vivendo la possiamo ritrovare nel 1855, anno anch’esso funestato da una grave epidemia, in quel caso di colera, che provocò oltre 30000 morti in Toscana e che indusse le autorità a disporre l’annullamento del Palio di agosto, sebbene a Siena non ci fossero state vittime. Il Palio di luglio, invece, si corse regolarmente, e fu una carriera dall’andamento assai movimentato che ebbe strascichi giudiziari che si protrassero per lungo tempo. Di fronte all’intera famiglia granducale, dopo una mossa giudicata dai cronisti dell’epoca sin troppo giovane, partirono bene Drago, Torre e Chiocciola, con quest’ultima che a suon di nerbate riuscì a conquistare la testa a San Martino, mantenendola per tutti e tre i giri.

Il fatto che caratterizzò quel Palio avvenne però nelle retrovie: al secondo San Martino la Selva, che montava Gobbo Saragiolo, andò a dritto. Va detto come, in quei tempi, vedere cavalli rifiutare le curve era cosa abbastanza consueta, visto lo scarso addestramento dei barberi, ma il gesto del fantino insospettì assai i selvaioli, anche perché, una volta entrato in San Martino, Gobbo Saragiolo scese immediatamente, si tolse il giubbetto, indossò i propri abiti portati lì poco prima da uno dei suoi figli, ed abbandonò rapidamente la Piazza. Tale gesto indusse la dirigenza selvaiola a non pagare parte del compenso pattuito con il fantino che, per tutta risposta, il 17 luglio inviò alla Selva un’ingiunzione per ottenere le somme spettanti. La questione approdò così in tribunale: se la Selva metteva in risalto il dolo del Gobbo Saragiolo, egli, a sua discolpa, sosteneva di essere andato a dritto a causa delle nerbate ricevute da Buonino che correva nella Torre, versione confermata dallo stesso Buonino, chiamato successivamente a deporre. Ma la testimonianza decisiva fu quella di due contadaioli della Selva i quali, chiedendo spiegazioni al loro fantino sul suo operato, si sentirono rispondere una frase ormai entrata nella storia del Palio: ma che dovevo vincere per voi miserioni che mi davi 140 monete quando ne ho guadagnate 170? Il 15 febbraio 1860, a quasi 5 anni dalla carriera incriminata, si giunse a sentenza, con la quale si assolveva la Selva, condannando il Gobbo Saragiolo al pagamento delle spese processuali, pena poi confermata in appello. Come detto sopra, il Palio di agosto non fu corso, per tutelare Siena da un possibile contagio del colera. Con una delibera del Gonfaloniere affissa il 10 agosto si disponeva l’annullamento dei festeggiamenti di mezz’agosto ed anche dell’importante fiera di bestiame che si svolgeva fuori Porta Camollia, mentre fu svolta regolarmente solo la processione del cero del 14 agosto. La carriera dell’Assunta fu poi recuperata il 15 agosto dell’anno successivo e fu vinta dall’Onda.

Davide Donnini

Foto tratta da www.ilpalio.org

 

 

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