Nel giorno di Santa Caterina, ricordiamo la carriera corsa nel sesto centenario della sua nascita
Nel giorno in cui la Chiesa celebra Santa Caterina da Siena, patrona d’Italia e compatrona d’Europa, ripercorriamo gli eventi del Palio del 18 maggio 1947, disputato nel sesto centenario della nascita della Santa senese.
Fin dal momento della tratta, quello straordinario si preannunciò incerto come non mai, viste le scelte quasi obbligate che i capitani furono costretti a fare, a fronte dei soli 16 cavalli presentati all’Entrone la mattina del 15 maggio. Così, accanto ai più volte vincitori Piero, toccato all’Aquila ed affidato al Biondino, e Folco, che finì nel Drago dove si ricompose, assieme a Rubacuori, l’accoppiata vittoriosa nel Palio della Pace, furono scelti ben 8 soggetti nuovi; tra di essi, i più chiacchierati risultarono il purosangue Cesarino, assegnato all’Oca, dove approdò Amaranto, e Brillante, di Dedo Pianigiani, assegnato alla Civetta, che per la prima prova montò Napoletano, già vincitore con il giubbetto del Castellare nel’37. L’avventura del fantino campano durò però lo spazio di mezzo giro, e la caduta al primo San Martino, con conseguente frattura al braccio, lo tolse subito fuori dai giochi, costringendo capitan Batino Mori a fare i salti mortali per trovare una monta adeguata per il non facile Brillante.

La sera del Palio le contrade si schierarono ai canapi nel seguente ordine: Civetta (Brillante e Biondo), Aquila (Piero e Biondino), Montone (Stretta e Ranco), Leocorno (Fato e Saragiolo II), Tartuca (Pallino e Ciancone), Selva (Gioioso e Ganascia), Drago (Folco e Rubacuori), Torre (Ida e Coscia), Giraffa (Topo e Pietrino), ed Oca di rincorsa (Cesarino ed Amaranto).
Dopo qualche tensione tra i canapi, lo scatto di Brillante dal primo posto fu notevole e risultò un’ipoteca per la vittoria finale, anche se, per l’Arzilli, non mancarono le insidie durante il primo giro. La prima gliela portò subito l’Oca, che con una violenta progressione si fece subito minacciosa ma, complice la traiettoria troppo alta e la grossa velocità con la quale affrontò San Martino, gli anteriori di Cesarino cedettero di schianto e, per Fontebranda, il Palio finì subito, drammaticamente. Nel frattempo, si fece sotto l’Aquila, che riuscì a guadagnare la testa della carriera, che però la Civetta riconquistò ben presto, vista la caduta del Biondino al successivo Casato. Per Brillante ed il Biondo non ci furono problemi ulteriori ed i restanti due giri risultarono una semplice formalità, mentre nelle retrovie, la rimonta del vecchio Folco, con un determinato Rubacuori, non consentì al Drago di andare oltre un beffardo secondo posto . Per la Civetta fu il secondo successo dal dopo guerra, ancora una volta grazie alle sapienti mani di Primo Arzilli detto Biondo che, di lì a poco, sempre sotto il capitanato di Sabatino Mori, conquisterà un nuovo cencio, il 16 agosto 1949, regalando un tris storico alla contrada del Castellare
Davide Donnini
Foto www.ilpalio.org