La precedente vittoria della Selva con il cavallo scosso.
Occorre tornare indietro di ben 66 anni per trovare un’altra vittoria della Selva con il cavallo scosso, e quello del 16 agosto 1953, fu un Palio fondamentale per la contrada di Vallepiatta che riuscì ad interrompere il lunghissimo digiuno che durava dal 1919. La tratta, avara di soggetti presentati all’Entrone il 13 mattina - solo 15 – favorì decisamente l’Onda con la vittoriosa Tarantella, subito affidata al Gentili, la Pantera con il potente Lirio e Vittorino e la Lupa con la non ancora vincitrice, ma tanto chiacchierata Gaudenzia e Terribile. Il Leocorno, così come accaduto a luglio, si vide assegnare Fontegiusta, stavolta montata dal vecchio Pietrino, all’Istrice toccò la veterana Dorina con Mezzetto, mentre i 4 esordienti, Sayda, Fusina, Ilia e Buriana andarono a Civetta, Tartuca, Torre, ed Oca, montati rispettivamente da Amaranto, alla sua ultima apparizione in Piazza, Ranco, Rompighiaccio e Lampino.

La mossa del Palio, data dall’esperto Guido Guidarini (Selva, Onda, Leocorno, Civetta, Torre, Tartuca, Istrice, Oca, Pantera e Lupa di rincorsa, l’ordine), fu alquanto brutta con la Torre completamente girata mentre, nella parte alta del canape, Pantera e Oca si ostacolarono a vicenda, ed in quella bassa, Pietrino cadde rovinosamente. Ad approfittare di tutto questo caos fu la Lupa che, dalla rincorsa, prese la testa già prima di Sam Martino, incalzata da Istrice, Selva ed Onda. L’azione di Dorina fu però più forte di quella di Gaudenzia cosicché, girato il Casato, l’Istrice passò a condurre, seguito da Lupa e Selva che iniziò la sua rimonta, guadagnando la seconda posizione a San Martino e sferrando il decisivo attacco al battistrada all’inizio dell’ultimo giro. Il San Martino conclusivo fu fatale per il Biondo che cadde, ma questo inconveniente non frenò la galoppata di Mitzi che proseguì sino la bandierino, evitando anche l’ultimo ostacolo costituito da un contradaiolo dell’Istrice sceso in pista nel disperato ma vano tentativo di bloccare lo scosso. Il dopo corsa fu piuttosto caldo per alcuni fantini: Rompighiaccio e Ciancone subirono le ire dei propri contradaioli, evidentemente insoddisfatti della loro condotta in corsa; stessa sorte la subì Ranco, fantino della Tartuca, già vittorioso per i colori di Castelvecchio nel luglio precedente che, dopo il danno subì pure la beffa, non venendo neppure invitato alla cena della vittoria tartuchina, in quanto ritenuto ospite indesiderato.
Davide Donnini
Foto tratta da www.ilpalio.org