Cronaca di una carriera annullata per motivi di “ordine pubblico”

Della carriera che andremo ad analizzare oggi, quella del 16 agosto 1723, nessuno troverà mai negli annali la contrada vincitrice poiché quel Palio fu annullato per motivi che la terminologia moderna definirebbe di ordine pubblico. Tale Palio fu indetto dalla contrada della Lupa, vittoriosa nel luglio precedente e, come sempre accadeva all’epoca, fu preceduto dalla corsa alla lunga del 15 agosto, nel quale si sfidavano i cavalli di proprietari locali o forestieri anche se, in quell’occasione presenziarono pure, cosa alquanto rara, due contrade l’Oca e la Lupa, e furono i fatti accaduti al suo termine ad indurre le autorità ad ordinare l’annullamento del Palio alla tonda del 16. Accadde infatti che, durante la corsa, un contadino ebbe la sventurata idea di entrare nel percorso per riprendere il suo cavallo, ritenendo la carriera giunta al termine.

Ma lo sventurato contadino non fece i conti con un severo birro che lo acciuffò e lo pestò a sangue. Questa violenza ingiustificata scatenò la reazione del popolo che si scagliò contro i soldati i quali, per difendersi, dovettero prima metter mano alle armi e poi rifugiarsi nel corpo di guardia all’interno del Palazzo Granducale. Ma la folla, non contenta della fuga dei birri, cominciò a raccogliere ogni oggetto infiammabile con lo scopo di appiccare il fuoco al corpo di guardia e solo l’arrivo di due cannoni riportò la situazione alla normalità. Il clima incandescente che si era creato non poteva però permettere il tranquillo svolgimento del Palio del giorno successivo, cosicché ne fu ordinato l’annullamento; il premio offerto dalla Lupa, un prezioso bacile d’argento, fu convertito in dieci doti da consegnare ad altrettante ragazze delle contrade che avrebbero dovuto correre la carriera mentre il drappellone fu portato in Provenzano assieme a dieci libbre di cera e lì vi rimase sino al 1770.
Davide Donnini
Foto tratta da www.ilpalio.org