PALIO, QUALCHE MECCANISMO DA CAMBIARE E SU CUI RIFLETTERE MOLTO BENE
News inserita il 18-08-2016
I cavalli non presentati alla Tratta, il ricambio generazionale dei fantini, la rincorsa ed altri problemi reali sui quali discutere.
A me non piace riflettere a caldo, ma nemmeno aspettare
l'inverno, quello vero, per riflettere e tornare su temi palieschi che mi
sembrano importanti.
Lo so, direte subito che parto lancia in resta perchè i
proprietari dei cavalli migliori sono contradaioli di peso della Tartuca, ma
giuro che le cose non stanno proprio così.
Fintanto i regolamenti danno loro ragione possono portare in
Piazza i loro barberi d'oro solo quando non c'è sul tufo la rivale. Leggi la
Chiocciola. Non so se al loro posto mi comporterei come loro, nei confronti
della Tartuca. Forse sì e forse no, ma il nocciolo non sta qui. Il bandolo
della matassa lo ha in mano l'autorità comunale la “padrona” e “tutore” della Festa.
Al posto del Sindaco correrei subito ai ripari, escogitando
il modo di evitare la giochessa.
Padroni di non portare i barberi, ma esclusione rapida da
qualsiasi sovvenzione, con la riserva, da parte del Comune, di escludere i
barberi d'oro della tratte future. Il provvedimento dovrebbe lasciare strada
libera al diritto, permettendo ai proprietari di produrre certificati
veterinari e/o lastre per dimostrare con i fatti che i barberi non sono in
grado di essere presenti nel Cortile del Podestà. In caso contrario, cadrebbe
la mannaia sul loro futuro di barberi da Palio.
Lo so, la storia è piena di proprietari-contradaioli, ma ai
Fontani, Pianigiani, Giachetti, Papi non passava per l'anticamera del cervello
un simile comportamento. Per ora legittimo, ma in futuro da legittimare.
Altro tema scottante quello del ricambio generazionale. Si
va da sempre ad ondate. Ci fu quella dei Canapetta e Canapino che mettevano a
rischio le presenze sul tufo di Gentili, Bazza, Rondone, Tristezza. C'è stato
poi l'avvento di Aceto e quindi l'arrivo sul Campo, contemporaneamente, di
Bastiano e Cianchino. Poi sono arrivati il Pesse e il Massimino, subito
doppiati da Trecciolino. In pieno dominio dell'imperatore sono spuntati gli
astri del Mari, dell'Atzeni, Gingillo e del Bartoletti.
Ora siamo in attesa della nuova ondata, che non spazzi
magari nessuno di questi ma che assicuri un ricambio credibile agli odierni
“grandi” del Campo.
Su chi insistere? Chi mi dice il Murtas, chi Bellocchio, chi
Carburo. Io penso che si debbano mettere alla prova il Sanna, il Mannucci,
dando una chance al Coghe figlio e una nuova vita a Dino Pes, il Caria per non
parlare di Salasso che è già un campione.
Durante la tratta ho visto ragazzi in gamba. Possibile che
nessuno di questi sia in grado di montare almeno per qualche prova sul tufo,
con un giubbetto a colori. In passato accadeva spesso, che si desse fiducia ad
un giovane tenendolo al coperto dell'asso che avrebbe poi disputato la
carriera.
Non mi pare un metodo da relegare nel dimenticatoio delle
cose paliesche.
L'ultima questione riguarda la rincorsa, di fatto esclusa
dal Palio, visto l'atletismo e la prontezza di tutti i barberi collocati fra i
canapi.
Marco Falorni in un interessante post su Facebook sosteneva
che la responsabilità sta in testa al fantino di rincorsa....può darsi, ma
secondo me è solo un modo per aggirare il “nodo”.
Allo stato attuale non vedo alcun rimedio, ma è un fatto
incontrovertibile che dalla posizione di rincorsa le possibilità di vittoria si
riducono ad un flebile lumicino.
Ma questo è un argomento, per ora, tabù, anche se sta
diventando un rebus di difficilissima se non impossibile soluzione.
Mi piacerebbe, poi, che tutte le diciassette Contrade
potessero partecipare almeno ad una carriera all'anno. Anticipo ogni
critica....questa è una fissazione di Roberto Rosa e mia. Anche questa non è un
novità e un'idea geniale, ma credo che siano maturi i tempi del cambiamento
regolando luglio con agosto e non più luglio con luglio dell'anno che verrà e
agosto con agosto. Non mi sembrerebbe uno sconvolgimento epocale, ma solo un
accorgimento in linea con i tempi che cambiano....
Roberto Morrocchi
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