QUANDO SUL PALIO TROVÒ SPAZIO IL DISARMO USA-URSS
News inserita il 27-06-2016
Breve storia, e curiosità, sulle dediche delle carriere di luglio e agosto. Santa Caterina la più "gettonata"

Il cencio di Tommaso Andreini
porta evidente il riferimento al Giubileo Straordinario proclamato da Papa
Francesco con la “Misericordiae Vultus”, la bolla pontificia che quattordici
mesi or sono ha annunciato l’Anno Santo celebrato per “rendere più evidente – sono
le parole di Jorge Mario Bergoglio nell’omelia del marzo 2015, la quale
anticipava la bolla stessa - la sua missione di essere testimone della
Misericordia”. Siena ha deciso di dedicare il
Palio del 2 luglio alla “misericordia
come atto di amore, umanità, aiuto, fratellanza e unione per cambiare il mondo”,
tema che spesso e volentieri si affaccia nella storia cittadina (gli affreschi
quattrocenteschi del Pellegrinaio ne sono la testimonianza più evidente e
prestigiosa) e che va ad aggiungersi ad una lista di intitolazioni fra loro
collegate quali quella del Giubileo
della Redenzione voluto da Pio XI (Palio 2 luglio 1933: Tartuca), dell’Anno Giubilare Mariano proclamato da
Pio XII (Palio straordinario del 5 settembre 1954: Leocorno), dell’Anno Santo del Rinnovamento e della Riconciliazione
indetto da Paolo VI (Palio del 16 agosto 1975, corso il 17 causa maltempo:
Chiocciola), tutto sommato pure al tema del volontariato che, nell’accezione civile e non solo religiosa, fu
scelto per il Palio del 2 luglio 2007, vinto dall’Oca. In realtà, è bene rimarcarlo,
tanto il Palio di luglio quanto quello di agosto non necessiterebbero di
ulteriori dediche se non quelle che vedono nella Madonna di Provenzano e nella Madonna
Assunta l’origine delle due distinte celebrazioni. Non è un caso che questa
ricerca di un qualcosa in più molto raramente sia venuta, o venga, da una
sentita e condivisa volontà contradaiola e di popolo: sono state istituzioni,
associazioni e, più in generale, ristrette comunità di persone riunitesi sotto
sigle ed ideali fra i più svariati a tentare di indirizzare verso una
dedicazione ancor più mirata di un evento che, come detto, ha origine e
sviluppo fin troppo chiari e manifesti. I senesi, questo sì, hanno casomai
espresso certi “mal di pancia” di fronte a proposte non sempre ritenute
gradite. E se il no delle assemblee ad un Palio Straordinario per celebrare i 750 anni dell’Università di Siena
rappresenta l’esempio forse più vicino nel tempo (era l’inizio degli anni
Novanta) di quanto i popoli delle Contrade abbiano fino all’altro ieri saputo
staccarsi da certe logiche istituzionali (l’Ateneo fu poi ugualmente festeggiato,
ma con una Carriera ordinaria, il 3 luglio 1991: Tartuca), il ben più recente dibattito
in merito ad un Palio Straordinario per
l’Expo 2015, pur rimanendo nell’alveo di una discussione vissuta quasi
esclusivamente sul social network e mai approdata nelle stesse assemblee,
conferma come non sia sempre scontato il matrimonio fra il Palio di Siena e gli
eventi del momento, straordinari o meno che siano. Quanto alla memoria
collettiva, i contorni delle dedicazioni risultano sfumati, confusi, per non
dire assenti. Già è difficile ricordarsi il perché di certi Palii straordinari
(probabilmente solo nella Giraffa sapranno dirvi che la l’affermazione a
braccia levate di Tristezza su Topolone il 24 settembre 1967 era legata al 49° Congresso della Società per il
Progresso delle Scienze, tenutosi in quei giorni a Siena, ma anche la più
recente vittoria del Valdimontone il 13 settembre 1986 è non sempre associata in
automatico alla ricorrenza dell’istituzione
del Comune di Siena), figurarsi le specifiche derivazioni di quelli che, per
tutti, sono e rimangono semplicemente il Palio di Provenzano ed il Palio
dell’Assunta. Negli ultimi 90 anni, i Palii
ordinari che hanno avuto una dedica sono stati un’ottantina. Gli anniversari
legati a ricorrenze e personaggi religiosi sono di gran lunga i più “gettonati”.
Già detto dei Giubilei, a Santa Caterina
sono stati dedicati cinque Palii ordinari nel 1939 (proclamazione a Patrona
d’Italia: Torre), 1962 (quinto centenario della canonizzazione: Selva), 1971
(nomina a Dottore della Chiesa: Pantera), 1977 (ambasceria a Papa Gregorio XI
ad Avignone: Oca) e 2000 (proclamazione a Compatrona d’Europa: Leocorno), ai
quali vanno aggiunti gli Straordinari del maggio 1947 (sesto centenario della
nascita: Civetta) e del settembre 1980 (sesto centenario della morte: Selva). Ne
ha avuto uno San Bernardino nel 1980
(sesto centenario della nascita: Leocorno) oltre allo Straordinario del maggio
1950 (quinto centenario canonizzazione: Valdimontone), uno Sant’Ansano nel 2003 (Selva), tre il pontefice senese Enea Silvio Piccolomini (1958
Valdimontone, 1965 Aquila, 2005 Bruco) due a testa il Beato Bernardo Tolomei (1972 Tartuca e 2009 Civetta), l’altro
pontefice Rolando Bandinelli (1959
Aquila e 1981 sempre Aquila) ed il Miracolo
delle Sacre Particole (1930 Tartuca e 2015 Torre), a seguire una lunga
serie di santi, beati, mistici, papi, ordini religiosi, eventi e ricorrenze
varie. Uscendo dall’ambito religioso,
altri importanti personaggi per la storia di Siena, o quantomeno riferibili
alla città, sono ben presenti scorrendo le dediche delle carriere di luglio ed
agosto dal 1930 ad oggi. Si trovano Jacopo
della Quercia (1938 Chiocciola e 1974 Selva), il Pinturicchio (1955 Selva), Provenzano
Salvani (1969 Nicchio), Federigo
Tozzi (1970 Giraffa), Sallustio
Bandini (1977 Valdimontone), Cecco
Angiolieri (1979 Civetta), Simone
Martini (1984 Oca), Pier Andrea
Mattioli (2001 Leocorno), Duccio di
Boninsegna (2003 Bruco), Sano di
Pietro (2006 Pantera), il Vecchietta
(2010 Tartuca), Mario Luzi (2014
Civetta) ed il conte Guido Chigi
Saracini (1966 Chiocciola, 1985 Oca). Matrice tutta senese pure su episodi
storici quali i 400 anni dalla cacciata
delle truppe imperiali (1952 Lupa), i 500
anni dalla Guerra di Siena (1955 Bruco), i 400 anni dalla fine della Repubblica di Siena (1959 Oca), la Lega fra le città di Siena e Massa
Marittima (1976 Oca), i 700 anni del
Costituto del Comune di Siena (2009 Tartuca), i 750 anni dalla battaglia di Montaperti (2010 Selva). E’ stato
dedicato un Palio al venticinquesimo della
fondazione dell’Accademia Chigiana (1956 Istrice), al centenario del monumento a Garibaldi alla Lizza (1982 Valdimontone),
al quarto centenario della costruzione
della Basilica di Provenzano (1995 Onda), al 150esimo anniversario degli universitari senesi caduti nelle battaglie
di Curtatone e Montanara (1998 Nicchio), ai 700 anni dalla posa sull’altare maggiore del Duomo della Maestà di
Duccio (2011 Giraffa) e, sistematicamente, si è celebrata la liberazione della città dal nazifascismo
negli anni 1954 (Giraffa), 1964 (Drago), 1974 (Valdimontone), 1994 (Pantera),
2004 (Giraffa), 2014 (Drago). Di respiro più ampio,
nazionale e talvolta imposto dall’alto, la dedica di un Palio ordinario alla proclamazione dell’Impero nel 1936
(Giraffa), alla conquista dell’Albania
nel 1939 (Aquila), al centenario della
Prima Guerra d’Indipendenza nel 1948 (Oca), al centenario dell’indipendenza italiana nel 1960 (Selva), al cinquantesimo anniversario di Vittorio
Veneto nel 1968 (Oca) ed ai 150 anni
dell’unità d’Italia nel 2011 (Oca), mentre l’avvento della Repubblica è stato ricordato con i Palii del 1946
(Giraffa) e del 1966 (Drago). Fin qui tutto più o meno nella
norma. E’ però successo di vedere la carriera di luglio o quella di agosto
dedicate a eventi, o personaggi, che con Siena avevano ben poco in comune. E se
il passaggio in città fra il 1501 ed il 1504 e le opere realizzate nell’Altare
Piccolomini, presso il Duomo, giustificano la motivazione legata al quarto centenario della morte di
Michelangelo Buonarroti (1964 Chiocciola), il fatto di essere nato a
Montepulciano potrebbe anche essere ritenuto non sufficiente a sposare la
dedica ad Agnolo Ambrogini detto Il
Poliziano (1954 Giraffa), che con Siena ebbe rapporti molto più che
marginali in vita. Quanto al settimo
centenario della nascita di Dante Alighieri (1965 Selva), lo spessore del personaggio
bypassa una lunghissima serie di considerazioni, certo non concilianti, sul
rapporto fra l’autore della Divina Commedia e i senesi, nei confronti dei quali
l’Alighieri fu tutto meno che tenero. Non è finita, perché se l’ampio respiro
di un tema quale la Dichiarazione dei
Diritti dell’Uomo (1989 Drago) o l’importanza di Unesco ed Onu (2006 Selva) sono tali da smorzare obiezioni, si
fatica a comprendere il perché, nel 1967, venne dedicato il palio di luglio
all’Anno internazionale del turismo (Tartuca)
e, ancor più, nel 1988 quello di luglio alla prospettiva di una pace fra i popoli all’indomani dell’accordo di riduzione dell’arsenale missilistico siglata
da Usa e Urss (Nicchio). A proposito, la carriera del
16 agosto 2016 sarà dedicata al 70esimo
anniversario del voto alle donne in Italia. Anche questo è Palio. Matteo Tasso Nella foto, un particolare del Drappellone del 2 luglio 1988 dipinto da
Gino Giusti e dedicato agli “accordi di pace” fra Usa e Urss
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