MENS SANA, IL PARZIALE CONTRO AGROPOLI FA STORIA
News inserita il 02-12-2015
Il 38-9 nel secondo quarto riporta alla mente le imprese statistiche del passato. Dalla "remuntada" contro il Barcellona, alla partita del ritorno in A2 contro Imola

Il colpo di scena si
consuma fra le 18.15 e le 18.30 di una domenica di fine novembre.
Fuori dal palasport fa freddo, dentro pure: la capolista Agropoli ha
preso il largo mentre la Mens Sana arranca, inconcludente, nei primi
10’ di una partita che pare già segnata dal meno 12 del primo
intervallo e che sta spegnendo l’entusiasmo ritrovato del pubblico,
generato dal riacquisto dei trofei del passato. La scintilla scocca
con due recuperi di possesso e propizia un parzialone biancoverde di
38-9 che gira la partita e, statisticamente parlando, rimarrà negli
annali della Mens Sana, aspettando di capire se sarà o meno in grado
anche di far girare la stagione. In campo, ma pure sugli spalti, è
uno dei momenti più intensi che si siano vissuti negli ultimi tempi,
chiedere conferma a chi era in tribuna ed è passato dal maledire una
serie di errori stile campetto a mettere la foto di “Truck”
Bryant sul comodino alla sera, prima di addormentarsi. I
PRECEDENTI Già ieri mattina, con una bella dimostrazione di
memoria, il Corriere di Siena ha riportato in auge il parziale di
35-7 che qualche anno fa fece salire agli onori delle cronache la
Mens Sana di Charly Recalcati durante una nettissima vittoria su
Avellino. Era l’ottobre del 2005, anno della tentata ricostruzione
dopo l’amara annata del post scudetto: biancoverdi a valanga sugli
irpini (87-42) nella terza giornata di campionato, con quel break
(35-7, appunto, costruito su di un tremendo, per gli avversari, 23-0)
arrivato nell’ultimo periodo a dare ancor più risalto alla
vittoria, propiziata dai 19 punti di Rimas Kaukenas. Senza mettersi
a fare ranking o scalette, probabilmente anche perdendo per strada
qualche altro numero del genere, simili momenti di emozione
collettiva se ne ricordano almeno un paio negli anni delle grandi
vittorie di Simone Pianigiani: senza dubbio il 13-32 a Cantù nel
terzo periodo di gara-2 quarti di finale 2006/2007: messa alla frusta
dai brianzoli, dopo l’intervallo Siena si scatena e ribalta la
partita, poi vinta 82-97 grazie anche ai 23 punti di Joe Forte; poi
il 30-15 inflitto nel quarto conclusivo al Barcellona in una
fantastica notte di Eurolega del 2011, risalendo dal 47-59 del minuto
30 con due protagonisti tutto sommato inattesi quali Pietro Aradori e
Igor Rakocevic (21 per il serbo) e portando a casa il successo col
risultato di 77-74.
C'ERA
UNA VOLTA Tornando ben più indietro, esattamente di un quarto di
secolo, è incancellabile il 24-4 col quale, in dieci minuti (non
esistevano ancora i quattro periodi di gioco, nel 1990), Dado
Lombardi ed il povero Pino Brumatti cancellarono Imola dalla “bella”
che riportò la Mens Sana in A2. Nessuna rimonta, in quella
circostanza, perché l'allora Ticino partì fortissimo (13-0) e non
lasciò spazio, né scampo, alla Benati in una partita segnata dal
ritorno dei settemila al palasport, dopo gli anni bui della B
d'Eccellenza. Era anche la squadra di Giroldi, Lasi, Pastori,
Visigalli, Battisti, ma quella partita la indirizzarono più di
chiunque altro i canestri del grande campione visto per tanti anni
con addosso la maglia dell'Olimpia Milano e lo spirito, burbero e
vincente del suo coach. Il capostipite della famiglia dei parziali
mensanini, almeno a livello di serie A, rimane però il 29-2 col
quale Ezio Cardaioli costrinse ad una figuraccia la forte Sinudyne
Bologna nella poule scudetto del 1975: stavano dettando legge, i
virtussini, conducendo per 30-40 al 4' della ripresa, quando il coach
della Sapori ordinò una “box and one” che prevedeva di marcare
McMillian con Fabio Giustarini e spense la luce a Dan Peterson, che
più volte ha raccontato il mal di testa procuratogli da quella
difesa senese. La Mens Sana andò 59-42 e poi vinse 66-51, con
invasione festosa di campo a fine partita e giro d'onore sulle spalle
dei tifosi per Massimo Cosmelli, gran protagonista di giornata. Il
PalaEstra di due giorni fa non era certo il Dodecaedro dei ruggenti
anni Settanta, ma chi ha vissuto entrambe le “remuntade” assicura
di essersi emozionato allo stesso modo. Matteo
Tasso
Foto tratta dal volume "Il Grande Slam" (1991)
|
|