"Ricordiamo con estremo affetto il nostro compagno Roberto"
Il Pd colligiano saluta "Tagliola"
Il Partito Democratico colligiano si stringe intorno alla famiglia di Roberto Aiazzi scomparso domenica. “Ricordiamo con estremo affetto il nostro compagno Roberto - dice il segretario cittadino Enrico Galardi -. Molti di noi lo hanno conosciuto come l'instancabile pizzaiolo della nostra Festa dell'Unità, ma Roberto è stato molto più di questo. Da sempre militante del nostro partito, da ragazzo consegnava le copie domenicali dell'Unità e si adoperava con dedizione al tesseramento annuale. Appartenente a una grande famiglia di storici compagni alla quale, tutti noi, dobbiamo la nostra riconoscenza, Roberto ha vissuto una vita di militanza e di spirito di sacrificio. Caratteristiche di un'epoca politica che forse proprio grazie a persone come Roberto Aiazzi si tramandano nella contemporaneità. Ci mancherai "Tagliola". Che il cammino ti sia lieve”.
Alle condoglianze del segretario Galardi, fatte a nome della comunità democratica colligiana, si aggiunge anche il ricordo di Riccardo Vannetti, oggi capo dell’opposizione di centrosinistra in consiglio comunale.
“Ho conosciuto Roberto una sera di fine agosto del 2023 quando, dopo la mia presentazione in piazza come candidato sindaco, arrivai nel suo regno: il forno delle pizze, nel tendone della cucina alla Festa dell’Unità. Iniziai da subito a dare una mano, con Roberto che mi scrutava un po’ sospetto. Quando la tensione finalmente si sciolse, Roberto mi disse: “Io da ragazzo andavo a portare L’Unità la domenica e oggi sono sempre dietro a questo partito...”. “Anche io - mi confidai - facevo lo stesso con la mia biciclettina”. A quel punto Roberto mi guardò e disse: “Lo so… ho preso informazioni. Sennò non eri qui alle pizze…”. Da quella sera Roberto c’è sempre stato. Per tutta la campagna elettorale lui era sempre lì, nelle piazze a caricare e scaricare sedie e palchi. Una sera in Piazza Nova dopo un comizio ero seduto su una panchina. Roberto mi si avvicinò e mi raccontò della morte di uno dei suoi figli, avvenuta anni prima. Mi permise di entrare nella disperazione e nella tristezza che viveva quotidianamente, ma anche nel piacere di stare insieme al suo gruppo, al suo partito, alla sua gente. “Io sono di un’altra pasta - mi disse prima di salutarci - non capisco tante cose, ma di una sono sicuro, Riccardo: te sei un bravo ragazzo e noi
siamo fortunati che tu sia dei nostri e non di quell’altri”. Da quella sera, ogni uscita pubblica, non poteva concludersi se non con i saluti di “Tagliola”, fosse un sorriso da lontano o il suo pugno alzato.
Roberto mi ha insegnato tanto e il suo sorriso mi mancherà. A te, Roberto, auguro un cammino lieve (con una copia dell’Unità sottobraccio). Meglio doverti dolorosamente salutare che non averti mai incontrato”.