RADICONDOLI: NO AL PROGETTO DI CENTRALE GEOTERMICA A LUCIGNANO

News inserita il 16-05-2022 - Radicondoli

Il consiglio comunale ha ribadito, con una mozione, la contrarietà alla sperimentazione di impianti pilota

Il consiglio comunale di Radicondoli ha ribadito, con una mozione, "la contrarietà al progetto 'Lucignano'", relativo al permesso di ricerca di risorse geotermiche per la sperimentazione di impianti pilota. Chiede anche al sindaco "di inviare la memoria al presidente del Consiglio dei ministri come riflessione sul rispetto delle articolate vocazioni del territorio di Radicondoli e un'attenta valutazione del valore irrinunciabile dell'equilibrio posto tra le esigenze e le potenzialità produttivo- industriali e i valori paesaggistico-ambientali, auspicando il rigetto del permesso di ricerca Lucignano". Il consiglio comunale conferma la disponibilità a continuare "a dare il proprio contributo alla politica energetica nazionale, confidando in uno sviluppo della geotermia nel pieno rispetto del principio di precauzione e delle aree non idonee - c'è scritto nella mozione - fermo restando il rispetto dei vincoli e della pianificazione paesaggistico-ambientale nazionale e regionale. L'auspicio è che la geotermia debba essere governata tramite una programmazione concertata affinché i territori possano conservare e incrementare le proprie vocazioni, incluse rilevanti attività come il turismo, l'agricoltura di qualità e l'agroalimentare". Il permesso 'Lucignano', si spiega, ricade nel cuore del comune di Radicondoli e ha una lunga storia. La prima istanza risale al 2011. Attualmente il procedimento risulta in corso presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Comune ha espresso parere sfavorevole già nel 2016. Spiega il sindaco Francesco Guarguaglini: "Il territorio di Radicondoli è interessato da ampi e importanti insediamenti industriali geotermici dei quali andiamo orgogliosi e si colloca al secondo posto nella produzione geotermoelettrica regionale e nazionale. Ma l'impianto 'Lucignano' sarebbe realizzato in contrasto con l'attuale assetto socio-economico della zona e con la relativa pianificazione urbanistica. C'è un costo socio-economico-ambientale oltre il quale non si può andare".

 

 

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