La Lupa in Festa (fotogallery Simone Gori).
Un Palio straordinariamente bello e combattuto. Una vittoria strepitosa della Lupa che torna al successo dopo 27 anni passando la cuffia all'Aquila ferma al 1992 di Aceto e Galleggiante.
Un Palio giostrato alla grande dal Nicchio con la femmina Quadrivia ben sostenuta dal Tittia. Ma dietro spingevano alla grande il Drago con il forte Phatos e un Bruschelli quanto mai determinato.

Gingillo nell'Oca dimostrava con i fatti di essere uscito dal porto delle nebbie e portava alla grande il suo Porto Alabe.
Insomma il Palio se lo sono combattuto e giocato queste quattro Contrade, ma quando Quadrivia ha perso un mezzo tempo di galoppo e Preziosa Penelope, a velocità doppia, è stata condotto da Scompiglio all'interno di Nicchio e Drago si è capito che la Lupa avrebbe messo le mani sul cencio.
Quadrivia si spengeva definitivamente e l'Oca soffiava la seconda piazza al Drago.
E bravo il Priorcapitano, Gragnoli, che ha centrato subito il risultato tanto atteso dal popolo di Vallerozzi. Ci vuole un pizzico di fortuna per vincere il Palio: bisogna "pescare" Preziosa Penelope, lasciando alla Chiocciola l'oscuro Raktou e ci vuole poi il coraggio e la grinta del Bartoletti per impegnare la femmina baia di otto anni in un terzo giro al fulmicotone. A me ha ricordato un altro celebre sorpasso, e sempre si trattava della Lupa – Tristezza e Panezio – nei confronti del Drago, o si poteva richiamare alla mente il Choci della Pantera ai danni dell'Aquila, ma in questi casi la partita era a due e non a quattro.
Insomma hanno vinto i più forti. Le chiacchiere che come sempre continuano a parlare di dieci Contrade in grado di vincere si sono rivelate, appunto, delle chiacchiere.
Noi abbiamo puntato da subito sulla Lupa, sul Drago, sul Nicchio e sull'Oca, infilando nel mazzo anche lo Smeraldo dell'Istrice. Abbiamo detto, senza fumosità, che Preziosa Penelope era la più forte, con una testa sulla svelta Quadrivia, sul potente Phatos de Ozieri e sull'esperto Porto Alabe che nell'Oca avrebbe trovato una superstalla. Avevamo inserito fra i migliori anche Smeraldo Nulese, ma alla prova dei fatti la quinta moneta è andata al vecchio Mocambo che sa partire e correre degnamente, soprattutto se montato da un fantino esperto come il Pusceddu.
L'ultima parola è per il mossiere. Bravo, bravissimo, paziente e giustamente decisionista. L'avevano già bollato come inadatto dopo le batterie del 29 giugno. Lui è andato avanti per la sua strada e ha convinto tutti. Bisogna essere contenti, perchè il Magni ci può dare tranquillità per qualche anno.
Ma ora tutti i fari debbono essere puntati sulla Lupa che rivede le stelle dopo tanti anni bui, costellati da diversi successi della rivale.
Ho visto gente incredula, commossa e felice. E anche questo è il sapore del Palio.
Roberto Morrocchi - Foto: Simone Gori