Biancoverdi attesi da una C Silver che promuoverà ben 10 squadre. Dalla Laurenziana in arrivo Tommaso Bacci
Il silenzio fa bene alla Mens Sana? La prima risposta, di pancia, è assolutamente no. Semplice la spiegazione: far perdere le tracce di casa-Mens Sana dopo l’ultima stagione, certamente degna di nota nonostante il mancato successo finale, è quasi un harakiri rispetto al seguito che ancora la Mens Sana si porta dietro, un seguito che se non reso edotto quotidianamente, o almeno settimanalmente, sullo stato dell’arte delle cose biancoverdi inizia ad avere il mal di pancia, appunto, di fronte a quel refrain, “siamo ancora vivi, nonostante tutto”, capace di scaldare un po’ di cuori nel 2019, ma certo non nel 2022. Il tutto per la gioia di chi, anche e soprattutto in città, si frega le mani quando le cose non ingranano dalle parti di viale Sclavo.
C’è anche una risposta di testa, e quella è “ni”.

Il silenzio probabilmente no, ma il punto di domanda su cosa questa Mens Sana, vorrà, anzi potrà fare da grande è insomma destinato a farci compagnia per almeno altri 10-12 mesi. Mesi nei quali verrà giustamente data una seconda chance al bel gruppo di ragazzi (giovani e meno giovani) che per buona parte della stagione avevano comandato lo scorso torneo di C Silver, mesi nei quali dovrà crescere in maniera esponenziale l’elemento Basketball Academy perché senza un settore giovanile degno di tale nome non esiste futuro, mesi nei quali si dovranno fare i conti con la riqualificazione dell’impianto di gioco (che non è escluso comporti lo spostamento altrove, lontano da Siena, di un numero indefinito di partite casalinghe, ma che nell’ottica di appetibilità futura del basket biancoverde è un passo fondamentale da compiere), mesi nei quali sarà però necessario anche inventarsi qualcosa per creare appeal nei confronti di una stagione, altrimenti, ben poco attraente per un pubblico che non sia costituito ancora una volta dai cosiddetti soliti noti. Ai quali va riconosciuto l’enorme merito di essere armati di una fede granitica, a tratti incrollabile, verso i colori biancoverdi, ma ai quali non si può chiedere di vivere ancora a lungo nell’anonimato, perché ogni anno che passa è un anno in più (anche di incazzature, scusate il francesismo) che pesa sulla carta d’identità, di ciascuno di loro.
Matteo Tasso
nella foto, tratta da Firenzebasketblog.it, il giocatore Tommaso Bacci