LA MOSSA: SPUNTI PER UNA RIFLESSIONE

News inserita il 05-07-2016 - Palio

Partendo dal “caso Quadrivia”, proviamo a risolvere alcuni interrogativi leggendo il regolamento.

Il recente Palio di luglio ha fornito numerosi spunti di riflessione circa il delicato e fondamentale meccanismo della mossa, alla luce di alcuni fatti accaduti durante le prove, che hanno visto protagonista la cavallina del Nicchio, Quadrivia.

Il regolamento del Palio, che disciplina in modo minuzioso tutte le fasi preparatorie (dall’estrazione delle contrade al corteo storico, passando per tratta e prove), lascia molto spazio alla discrezionalità per ciò che riguarda la mossa. L’art.

65 ai primi due commi dice che “la mossa ha luogo quando il Mossiere abbassa il canapo con la volontà di far partire i cavalli. Il Mossiere è il solo giudice inappellabile del momento in cui la mossa è da darsi e della sua validità”. In questa norma, non si fa minimo accenno alla rincorsa, che viene menzionata solo nell’art. 85 nel descrivere il marchingegno inventato dallo Sprugnoli ed utilizzato per sorteggio dei posti al canape la sera del Palio. Per aver maggiori chiarimenti, occorre far riferimento alle interpretazioni al regolamento, fornite dal Comune nel 1991 a seguito dell’interminabile mossa del Palio di luglio, che come tutti ricorderanno fu rinviato al giorno successivo per l’oscurità. L’interpretazione n°1 cita così: “per quanto riguarda il tempo della rincorsa, la mossa è da ritenersi valida quando almeno l'incollatura del cavallo della Contrada di rincorsa verrà a trovarsi all'altezza del verrocchino”.Sulla base di questa interpretazione parrebbe quindi inammissibile una mossa sullo stile di quella vista durante la prima prova con la rincorsa “lasciata al palo”.

Altro punto cruciale: se un cavallo non vuole entrare, chi ha l’autorità di provare ad accompagnarlo dentro i canapi? E se a rifiutare l’ingresso fosse la rincorsa il mossiere può ordinare il cambio di busta?

La prima domanda non trova risposte nelle pieghe del regolamento, e per questo occorre tornare con la memoria ad alcuni precedenti simili, cioè al luglio 2000 e soprattutto all’agosto 1987, la cui mossa contemplò entrambe le fattispecie previste nei quesiti che ci siamo appena posti. Se nel primo Palio del millennio i problemi della bizzosa Valeska,toccata all’Onda, furono risolti dal suo fantino Vorgine, che scese da cavallo accompagnandola a mano tra i canapi, molto più complessa fu la gestione della partenza della carriera di agosto ’87. La sorte mise il Drago di rincorsa, ma dopo alcuni minuti il cavallo della contrada di Camporegio, Martino, perse la testa, rendendosi del tutto insensibile alle sollecitazioni di Falchino ed impuntandosi non appena si avvicinava al verrocchino. In tanti provarono a spingerlo verso i canapi: prima un vigile urbano, poi lo stesso mossiere D’Inzeo, poi un mangino del Drago ed infine il capitano Giannelli. Tutto vano. In  questo caso, e qui rispondiamo al secondo quesito, il mossiere non ha l’autorità di cambiare la busta. Ciò infatti può avvenire solo al verificarsi di una precisa circostanza, come si evince dalcombinato disposto degli artt 65 ed 85. L’art. 65, 5°comma, lettera B recita: “lo scoppio dei mortaretto sospende comunque la corsa; in tal caso i Fantini debbono subito fermare i cavalli e ricondurli al passo……. nel Cortile del Podestà, se il Mossiere abbia avuto intenzione di dare la mossa, ma questa sia risultata, a suo giudizio, non valida ed il Mossiere stesso abbia segnalato tale circostanza, dopo lo scoppio, sventolando una bandiera verde ed issandola, poi, sul verrocchio”, mentre l’art 85 al punto 6 stabilisce che “qualora la prima mossa non risulti valida l'operazione sarà ripetuta col tubo contraddistinto dal n. 2 e così via per la terza col tubo contraddistinto dal n. 3”. Pertanto per il ritorno dei cavalli all’Entrone con il relativo cambio di busta, occorre che la prima mossa non risulti valida (art 85), e cioè che il mossiere abbia abbassato il canape con l’intenzione di dare la mossa, ma questa sia risultata a suo giudizio non valida, con la successiva esposizione della bandiera verde sul verrocchio. Ed in quel Palio dell’87, un abbassamento del canape a seguito di una forzatura dei fantini a davanti ad uno scarto di Martino, fu il pretesto per l’esposizione della bandiera verde, per il ritorno dei cavalli al Cortile del Podestà e per il conseguente cambio della busta. Da ricordare come il regolamento prevede ben 6 buste in mano al mossiere: infatti nel caso in cui anche la seconda busta non dovesse garantire la partenza si userebbe la terza e poi verrebbero riprese le tre mosse, utilizzando però l’ordine invertito (art 85, 2°comma, punto 6). Ma questa è una eventualità che ci auguriamo sinceramente di non dover vivere mai……

Davide Donnini

 

 

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