LA MENS SANA TORNA A MASNAGO, TEMPIO DEL GRANDE BASKET

News inserita il 28-03-2025 - Mens sana Basket

Sabato pomeriggio si gioca sullo storico parquet varesino, che per tanti anni ha visto di scena i colori biancoverdi

Un piccolo passo in termini di crescita, quella messa in piedi nell’estate del 2019 sulle macerie del secondo crac finanziario in pochi anni, ma pure un passo nella storia, quella dei ruggenti anni Settanta e quella (più recente, ma neppure tanto) dei trionfi in serie che hanno segnato l’inizio del millennio.
La Mens Sana torna sabato a giocare a Masnago, tutti lo chiamano così da sempre il palasport di Varese (Masnago è in realtà solamente il quartiere dove l’impianto fu edificato e inaugurato, nel lontanissimo 1964, quando fu deciso di intitolarlo a Lino Oldrini, che di Varese era stato il sindaco, poi è iniziata l’era delle sponsorizzazioni e oggi si parla di Itelyum Arena), dove nel tempo i colori biancoverdi hanno goduto di alterne fortune. Dalle batoste subite nell’era Sapori (che poi, in realtà, era l’era Ignis, o Mobilgirgi, o Emerson, con Morse, Meneghin, Iellini, Ossola e tanti altri a dettare legge, in Italia e in Europa), alla prima storica vittoria in trasferta del 1979 (70-73 il punteggio finale: Quercia 22 punti, Tassi 17, ma questa è roba da malati di statistiche, d’accordo…), per poi tornarci, a Masnago, negli anni Novanta (una volta anche in serie B, ma contro l’altra Varese, la Robur) e continuare a perderci praticamente sempre, sfidando avversari che si chiamano Rusconi (Stefano), Vescovi, Komazec e poi ancora Pozzecco e Galanda (il 1999 è l’anno della stella biancorossa, con Charlie Recalcati in panca: ci guida il varesino d.o.c. Dodo Rusconi e perdiamo una partita già vinta, con gli arbitri che chiudono gli occhi sulla manata con la quale Mrsic la vince portando via palla a Dell’Agnello) e che, però, nel tempo iniziamo a affrontare sempre con meno soggezione.


Deve arrivare Ergin Ataman per spezzare l’incantesimo, nella stagione della Saporta. Vinciamo (79-90: 33 di Gorenc, 20 di Stefanov) a Masnago dopo più di vent’anni, chi c’era ricorda ancora l’entusiasmo di quella sera, anche perché per la Mens Sana fu l’ottava di fila in avvio di campionato, roba da stropicciarsi gli occhi. Lì inizia un’epoca nella quale il mondo si rovescia e i grandi campioni li abbiamo ormai (quasi) tutti dalla nostra parte: fanno notizia le vittorie di Varese, non quelle della Montepaschi, per tutto un decennio, e resta negli occhi (per quello che succede dentro e fuori dal campo) la semifinale del 2013, vinta a gara-7 da Hackett e Moss mentre sul parquet volano monete, accendini, bottiglie e tutto intorno si grida al complotto, che però sul campo è solo manifesta superiorità.
Si torna a Masnago nel maggio del 2014, vincendo ancora una volta, ma la fine di quella Mens Sana è ormai segnata, anche se tutto intorno si scrive la favola da Libro Cuore intitolata #somethingdifferent. Sabato 29 marzo 2025 le porte del vecchio impianto varesino (ma i suoi 61 anni li porta tutto sommato bene, e fa invidia…) si riaprono a un’altra Mens Sana e contro un’altra Varese.
È lo specchio dei tempi, ma è pure il segnale di un primo, timido eppure importante ritorno sulla mappa del basket nazionale.
Matteo Tasso

in foto lo screenshot (immagini Rai) del clima infuocato attorno al parquet di Masnago durante la semifinale del 2013

 

 

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