Biancoverdi in piena emergenza nella sfida diretta per il primato, ma decisi a confermare la loro grande stagione
La volontà smuove le montagne, ma per fare canestro servono anche braccia e gambe salde. A due giorni dalla partita che deciderà chi salirà direttamente in C Gold e chi, invece, dovrà passare attraverso le forche caudine dei playoff, la Mens Sana si interroga sulla propria condizione fisica, fiaccata (per non dire peggio) da un virus influenzale che proprio nella settimana precedente la “trasferta” a Montarioso ha complicato i piani della capolista biancoverde.
Il match point è nelle mani del Costone, che per quasi tutta la stagione ha inseguito ma che oggettivamente sta meglio, sia perché ha ingranato le marce alte nelle ultime settimane, sia perché ha gettato le basi per il sorpasso vincendo, con pieno merito, la partita di andata. Non è un caso, la Vismederi è probabilmente la squadra più forte del torneo (sulla carta quel ruolo spettava a Fucecchio, che però si è impantanata in attesa di tornare a dire la sua nella post season e rendere, assieme ad Altopascio, Campi, Laurenziana ed Empoli, meno “sienacentrico” il campionato), basti pensare ai trascorsi nel mondo del professionismo di Ondo Mengue e, in parte, Ceccarelli (due che dalla Mens Sana sono passati in tempi neppure così lontani) e alla leadership che Bruttini sprigiona, da sempre, con una maglia che per lui è una seconda pelle: c’è poi, alle spalle, una proprietà ambiziosa, di risultati e forse anche di una dimensione nuova, più allargata rispetto all’ambito familiare nel quale il club della Piaggia si muove da sempre.
Deciderà il campo, come è normale che sia, e quel verdetto andrà accettato, ma comunque vadano le cose rimane intatta la sensazione che dalle parti di viale Sclavo, in questi mesi, sia stato compiuto un piccolo-grande miracolo sportivo e che, soprattutto, si sia tornati a dare dignità a quel nome, Mens Sana appunto, negli anni, e a più riprese, triturato da crac finanziari e gestioni scellerate.

Ed è musica per le orecchie sentire Riccardo Caliani che, alla vigilia di un derby in cui i bollettini medici sovrastano di gran lunga il fatto cestistico, sceglie di non lamentarsi (#zeroalibi è l’hashtag più in voga sui social e le chat di tifosi biancoverdi) e dichiara che la Mens Sana, domenica pomeriggio, non si presenterà rassegnata. Che poi la realtà dei fatti sia differente (Pannini, Sabia, Allemann e Menconi il derby rischiano di non giocarlo, Sprugnoli e Iozzi lo giocheranno dopo dieci giorni trascorsi lontano dalla palestra, Tognazzi ha ancora i postumi dell’infortunio patito domenica scorsa), in definitiva, tutto l’ambiente lo sa fin troppo bene, ma nel dna Mens Sana, che qualche tifoso negli ultimi tempi bene ha fatto a evocare, c’è la cultura della sfida, non la cultura (e il racconto) della sconfitta.
Matteo Tasso