LA MENS SANA GIOCA IL DERBY DELL’ORGOGLIO RITROVATO

News inserita il 25-03-2022 - Mens sana Basket

Biancoverdi in piena emergenza nella sfida diretta per il primato, ma decisi a confermare la loro grande stagione

La volontà smuove le montagne, ma per fare canestro servono anche braccia e gambe salde. A due giorni dalla partita che deciderà chi salirà direttamente in C Gold e chi, invece, dovrà passare attraverso le forche caudine dei playoff, la Mens Sana si interroga sulla propria condizione fisica, fiaccata (per non dire peggio) da un virus influenzale che proprio nella settimana precedente la “trasferta” a Montarioso ha complicato i piani della capolista biancoverde.
Il match point è nelle mani del Costone, che per quasi tutta la stagione ha inseguito ma che oggettivamente sta meglio, sia perché ha ingranato le marce alte nelle ultime settimane, sia perché ha gettato le basi per il sorpasso vincendo, con pieno merito, la partita di andata. Non è un caso, la Vismederi è probabilmente la squadra più forte del torneo (sulla carta quel ruolo spettava a Fucecchio, che però si è impantanata in attesa di tornare a dire la sua nella post season e rendere, assieme ad Altopascio, Campi, Laurenziana ed Empoli, meno “sienacentrico” il campionato), basti pensare ai trascorsi nel mondo del professionismo di Ondo Mengue e, in parte, Ceccarelli (due che dalla Mens Sana sono passati in tempi neppure così lontani) e alla leadership che Bruttini sprigiona, da sempre, con una maglia che per lui è una seconda pelle: c’è poi, alle spalle, una proprietà ambiziosa, di risultati e forse anche di una dimensione nuova, più allargata rispetto all’ambito familiare nel quale il club della Piaggia si muove da sempre.
Deciderà il campo, come è normale che sia, e quel verdetto andrà accettato, ma comunque vadano le cose rimane intatta la sensazione che dalle parti di viale Sclavo, in questi mesi, sia stato compiuto un piccolo-grande miracolo sportivo e che, soprattutto, si sia tornati a dare dignità a quel nome, Mens Sana appunto, negli anni, e a più riprese, triturato da crac finanziari e gestioni scellerate.

Il concetto che la Namedsport abbia centrato il suo obiettivo (a inizio stagione si era parlato di playoff) non risiede solo nelle 23 partite (su 25) fin qui portate a casa, o nella striscia di 13 successi che sta per passare al vaglio dei canestri del PalaOrlandi: la vera vittoria, la Mens Sana (chiamiamola col suo nome e speriamo a breve anche di vedere un po’ più di verde sulle sue maglie, per quanto indiscutibilmente bella sia la divisa tutta nera da trasferta), l’ha ottenuto quando in giro si sente dire, sempre più spesso e sempre da più tifosi, che l’orgoglio di appartenenza a quei colori è tornato quello di sempre grazie a Edoardo Pannini, un ragazzino che nel vecchio e malandato (ma sempre amato) palasport ci è nato, cresciuto e vissuto, o a Vittorio Tognazzi, uno che fa canestro col sorriso (e non perché ha il paradenti) riportandoci alla mente altri sorrisi, quelli di suo nonno Alvaro, o ad Andrea Sprugnoli e Duccio Benincasa, i due “grandi vecchi” che rubano ore preziose alla famiglia e al lavoro pur di essere in palestra con lo spirito di un Under, o a tutti gli altri (se c’è una cosa difficile da maneggiare quando si parla di dilettanti, quello è il racconto dei protagonisti: in questa squadra sono stati protagonisti tutti, non è un modo di dire, e tutti vanno ringraziati allo stesso modo anche se qualche volta non li si nomina e si rischia di far loro torto) che, giorno dopo giorno, hanno messo un mattoncino sopra l’altro per ricreare un entusiasmo che, nonostante tutto, era lì, pronto a riaccendersi vedendo lo spirito col quale si va in campo, oltre al basket prodotto dal Binella-pensiero.
Ed è musica per le orecchie sentire Riccardo Caliani che, alla vigilia di un derby in cui i bollettini medici sovrastano di gran lunga il fatto cestistico, sceglie di non lamentarsi (#zeroalibi è l’hashtag più in voga sui social e le chat di tifosi biancoverdi) e dichiara che la Mens Sana, domenica pomeriggio, non si presenterà rassegnata. Che poi la realtà dei fatti sia differente (Pannini, Sabia, Allemann e Menconi il derby rischiano di non giocarlo, Sprugnoli e Iozzi lo giocheranno dopo dieci giorni trascorsi lontano dalla palestra, Tognazzi ha ancora i postumi dell’infortunio patito domenica scorsa), in definitiva, tutto l’ambiente lo sa fin troppo bene, ma nel dna Mens Sana, che qualche tifoso negli ultimi tempi bene ha fatto a evocare, c’è la cultura della sfida, non la cultura (e il racconto) della sconfitta.
Matteo Tasso

 

 

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