Nove Comuni uniti alla commemorazione
A ottantuno anni dall’eccidio di Montemaggio, nove Comuni della Valdelsa senese e fiorentina si uniscono per ricordare il sacrificio dei diciannove giovani partigiani uccisi il 28 marzo 1944 per mano fascista sulla Montagnola.
L’iniziativa, promossa dai Comuni di Monteriggioni – ente capofila per l’edizione 2024 – Casole d’Elsa, Colle di Val d’Elsa, Barberino Tavarnelle, San Gimignano, Poggibonsi, Certaldo, Gambassi Terme e Radicondoli, si svolge con il patrocinio dell’Anpi Nazionale, Provinciale e della Valdelsa, dell’Istituto Storico della Resistenza Senese, della Provincia di Siena e della Regione Toscana.
“L’eccidio di Montemaggio ha segnato profondamente la memoria del nostro territorio” – ha dichiarato il sindaco di Monteriggioni, Andrea Frosini – “Oggi siamo qui per rendere onore a quei giovani coraggiosi che scelsero di stare dalla parte giusta della storia. È un dovere ricordarli, perché nelle loro vite spezzate ritroviamo le radici della nostra Costituzione, della democrazia e della libertà”.
Il messaggio del Presidente della Regione Toscana
Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha sottolineato l’importanza del ricordo: “Il 28 marzo 1944, a Montemaggio, furono uccisi 19 giovani partigiani. Due vennero fucilati all’alba a Casa Giubileo, che oggi ospita un centro didattico gestito dall’Istituto Storico della Resistenza Senese, mentre gli altri 17 furono mitragliati poco distante. Montemaggio resta un simbolo della ferocia nazifascista, ma anche dell’eroismo della Resistenza in Toscana, una regione che ha pagato un prezzo altissimo per la libertà. Mantenere viva la memoria di questa tragedia è un dovere verso le nuove generazioni, affinché simili crimini non si ripetano”.
L’eccidio si consumò nella località La Porcareccia, dove i partigiani della Brigata Garibaldi, che operava tra le province di Siena, Pisa e Grosseto, opposero un’ultima resistenza prima di essere sopraffatti dalle forze nazifasciste. Attaccati a Casa Giubileo e sopraffatti dopo un breve scontro impari, furono catturati e giustiziati. Solo uno di loro, Vittorio Meoni, riuscì a sopravvivere.
I diciannove partigiani uccisi sono Aladino Giannini, Dino Furresi, Giovanni Cappelletti, Angiolo Bartalini, Onelio Volpini (Volpe), Piero Bartalini, Elio Lapini, Livio Livini, Ezio Grassini, Franco Corsinovi, Virgilio Ciuffi, Giovanni Galli, Luigi Vannetti, Folco Martinucci, Emilio Berrettini, Livio Levanti, Emilio Nencini, Enzo Busini, Orvino Orlandini.