DAZI USA METTONO IN ALLARME IL VINO SENESE

News inserita il 24-03-2025 - Attualità Siena

Taddei: "Le sole minacce hanno portato a conseguenze negative al comparto". Assemblea provinciale di Cia Siena: fra i temi reddito agricoltori, ungulati, acqua, e attenzione alle energie rinnovabili nel territorio

Cia Siena

I Dazi Preoccupano i Produttori di Vino Senesi: Appello alla Politica per Affrontare le Criticità

I produttori di vino senesi sono in allarme per l’incertezza legata ai dazi commerciali, con preoccupazioni che vanno oltre le minacce. Già le dichiarazioni, infatti, stanno influenzando negativamente i rapporti commerciali tra Italia (ed Europa) e Stati Uniti, con un impatto diretto sul settore vitivinicolo. In particolare, gli Stati Uniti sono il principale mercato di esportazione per i vini senesi, e il comparto si trova attualmente in forte agitazione.

Il caso del Chianti, inoltre, è al centro delle preoccupazioni. La Regione Toscana ha avviato un tavolo ad hoc per affrontare la situazione, con l’intento di mettere in campo azioni strutturali che, però, non danneggino i piccoli produttori.

A sollevare questi temi è stato il presidente di Cia Agricoltori Italiani di Siena, Federico Taddei, durante l'Assemblea provinciale della Cia, che si è svolta oggi alla presenza di associati, delegati, e rappresentanti istituzionali. Tra questi, il presidente di Cia Toscana Valentino Berni, il direttore Giordano Pascucci, e il senatore del Partito Democratico Silvio Franceschelli, la Presidente della Provincia di Siena Agnese Carletti, le consigliere regionali Anna Paris ed Elena Rosignoli, e il presidente della Camera di Commercio Massimo Guasconi. L’evento è stato moderato dal direttore di Cia Siena, Roberto Bartolini.

Taddei ha sottolineato che il settore vitivinicolo sta vivendo una situazione di tensione ormai da anni, una crisi che rischia di acuirsi a causa delle dinamiche internazionali. In particolare, ha evidenziato il problema della sovrapproduzione, ben esemplificato dalla situazione del Chianti, che nonostante una significativa riduzione della produzione nel 2023, ha visto un aumento delle giacenze nel 2024, segno che il mercato fatica a smaltire il prodotto. La situazione è destinata a peggiorare, soprattutto alla luce di una vendemmia 2024 che ha registrato una produzione abbondante.

Inoltre, Taddei ha ribadito le problematiche storiche che affliggono il settore agricolo, tra cui la necessità di garantire un giusto reddito agli agricoltori, la gestione dell’emergenza selvatici e predatori, e la crescente difficoltà legata alla risorsa idrica e alle energie rinnovabili.

Per cercare di invertire la rotta, Cia Siena ha avanzato alcune proposte concrete. A livello europeo, Taddei ha sottolineato la necessità di lavorare per mantenere i budget e targettizzare meglio gli agricoltori, facendo arrivare in modo efficace le agevolazioni e i contributi destinati alla filiera. A livello locale, il focus è posto sulla gestione delle risorse idriche e della fauna, con la proposta di creare tavoli di filiera per ogni settore, che possano unire grande distribuzione, trasformatori e agricoltori, che sono spesso l'anello debole della catena.

A livello nazionale, il presidente di Cia Siena ha richiamato l'attenzione su alcune criticità fondamentali: la necessità di favorire la sinergia tra aziende, economia e territori, la crescente discriminazione del lavoro agricolo attraverso controlli severi e non preventivi, e la gestione della fauna, in particolare dei predatori e degli ungulati, che stanno causando danni anche in Toscana, dove è presente la peste suina africana. Taddei ha inoltre chiesto un giusto reddito per gli agricoltori, più equilibrio e trasparenza lungo la filiera, e ha ribadito la necessità di ridurre la burocrazia e fornire strumenti flessibili per risolvere il problema della carenza di manodopera.

Infine, il presidente ha concluso con un appello a valorizzare le aree interne della provincia di Siena, fondamentali per lo sviluppo del territorio e per la sostenibilità del settore agricolo locale.

Energie rinnovabili: il caso San Gimignano. Cia: "No ad attività speculative"

Nel corso di un intervento recente, Taddei ha ringraziato il presidente regionale della Cia, Valentino Berni, per aver ascoltato le preoccupazioni di Cia Siena e per aver promosso osservazioni alla nuova normativa regionale sulle energie rinnovabili. “Come associazione agricola – ha spiegato Taddei – siamo da sempre attenti alla tutela dell'ambiente e alla transizione ecologica, ma sempre nel rispetto del nostro modello di sviluppo, che si basa su un equilibrio tra paesaggio antropizzato e produzione agricola.”

Taddei ha poi espresso dubbi sulla bozza normativa, pur riconoscendo che essa parta da principi condivisibili. Secondo lui, però, il provvedimento non affronta la questione con il giusto ordine di priorità. “La legge non considera adeguatamente quanto energia da fonti rinnovabili già producano i territori rispetto a quella effettivamente consumata. Ad esempio, la provincia di Grosseto produce il 181% dell’energia consumata, Siena il 132%, Arezzo il 110% e Pisa il 159%.” Nonostante ciò, le province di Arezzo, Siena e Grosseto sono chiamate a individuare circa il 60% delle aree idonee per nuovi impianti fotovoltaici in tutta la regione, un approccio che, secondo Taddei, è inaccettabile.

“Questa distribuzione non tiene conto del fatto che dovremmo individuare le aree idonee laddove l'energia viene effettivamente consumata,” ha sottolineato. “Al contrario, si rischia di assistere a un’esplosione di richieste di parchi fotovoltaici a danno della superficie agricola utilizzata, con il rischio di attività speculative che minerebbero il delicato equilibrio tra territorio e produzione agricola che tutti dichiarano di voler proteggere.”

Taddei ha fatto un esempio emblematico: nel comune di San Gimignano, circa 550 ettari di terreni potrebbero essere destinati ad impianti fotovoltaici, una superficie quasi equivalente a quella dedicata alla produzione di Vernaccia, che è di circa 750 ettari. “Una situazione insostenibile,” ha concluso.

 

 

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