Un cencio originalissimo, una sinfonia meravigliosa di fiori, di gigli e di rose, che coronano il volto estatico di una splendida Madonna
Migliaia di paillettes cucite sul frontale di un drappellone in chiffon e seta. Una corazza di luce, un mosaico costruito artisticamente da un sublime artista-artigiano. Prima di fare una semplice analisi critica mi permetto di rivolgere un grazie di cuore ad Andrea Anastasio che ci ha regalato dopo anni piuttosto grigi e non solo per la pandemia, una “cencio” originalissimo ed insieme classico che ci offre un insieme di immagini luminosissime che infondono comunque gioia agli occhi ed al cuore.
Alla base c’è lo skyline del Palazzo Pubblico e la sua svettante torre.

Insomma siamo dinanzi ad un lavoro che sfiora la perfezione, come se l’Anastasio che si è formato in India e in Estremo Oriente volesse donare a Siena e al Palio l’insieme dei suoi tanti talenti.
Siamo dinanzi ad un artista che lavora sui tessuti, sulle ceramiche, sul mosaico, capace anche di elaborare elegantissime sculture. Impossibile riversare tutto questo su di un drappellone. Accontentiamoci, allora, dell’intarsio e della luce che ci illumina.
Anastasio ci dona un drappellone doppio, come doppia è la sua lettura. Perché se sul fronte tutto è un luccichio di paillettes, sul retro ritroviamo la forza e l’eleganza del puro, semplice, e splendido disegno.
Faccio mie le parole di Massimo Biliorsi che in diretta televisiva si è sbilanciato affermando che questo è il Palio più bello degli ultimi 15-20 anni. Sì, è proprio così e speriamo allora che ci aiuti a dimenticare in fretta la carriera di luglio e le sue troppe storture.
Roberto Morrocchi