"Un primo passo, ma restiamo vigili. Il lavoro sia al centro"
Accolto con “cauto ottimismo” dal Movimento 5 Stelle l’accordo siglato nella notte al Ministero delle Imprese e del Made in Italy tra Beko, sindacati e Governo. L’intesa prevede oltre 300 milioni di euro di investimenti e il mantenimento degli stabilimenti produttivi, una boccata d’ossigeno per quasi 300 famiglie senesi coinvolte nella vertenza.
A dichiararlo, in una nota congiunta, sono il deputato Andrea Quartini, la presidente del gruppo M5S in Consiglio regionale toscano Irene Galletti e la coordinatrice provinciale senese Bonella Martinozzi. I tre esponenti pentastellati sottolineano come il risultato sia anche frutto della “mobilitazione compatta dei lavoratori, dei sindacati, dei territori e della nostra pressione politica dentro e fuori il Parlamento”.
Pur definendo l’intesa "una buona notizia", il Movimento mette in guardia: “Questo è solo l’inizio di un percorso che dovrà dimostrare, nei fatti, di avere al centro il lavoro, la dignità e il futuro delle famiglie coinvolte. Il vero giudizio lo daranno i lavoratori, e noi saremo al loro fianco fino all’ultimo giorno”.
Dalla prudenza alla richiesta di garanzie: “Abbiamo visto troppe volte piani industriali partire con entusiasmo e poi naufragare nella fase esecutiva. Serve massima trasparenza sugli investimenti, tempi certi e il coinvolgimento costante delle rappresentanze sindacali e dei territori”, prosegue la nota. Il M5S chiede inoltre che anche il Parlamento possa esercitare un ruolo di vigilanza e indirizzo, in sinergia con la Regione Toscana e Invitalia, l’agenzia statale coinvolta nell’operazione.
Chiusura con un affondo politico più ampio, che chiama in causa le priorità del Governo Meloni. “La grande mobilitazione per la pace del 5 aprile ha lanciato un messaggio forte e chiaro: sì alla pace, no alle armi. Il Governo dovrebbe ripartire da qui, rimettendo al centro il lavoro, la tutela delle imprese e un vero piano di rilancio industriale”, attaccano gli esponenti del M5S.
Nel mirino anche le alleanze internazionali dell’esecutivo: “Si rincorrono modelli pericolosi e lontani dalla nostra realtà, stringendo legami con figure come Trump e Musk, le cui politiche rischiano di compromettere le esportazioni italiane. È il momento di cambiare rotta: ogni fabbrica salvata è un pezzo di futuro che resta nel Paese”.