IL LIBRO SUGLI SCAVI ARCHEOLOGICI DI PIENZA: LA PRESENTAZIONE

Inserita il 21-03-2025 - Pienza

Ricerche realizzate dal 1968 al 1990 su insediamenti umani dell’età della pietra

Neolitico a Pienza: gli scavi della Cava Barbieri in un libro

Una scoperta archeologica di grande rilievo ha segnato la storia di Pienza: gli scavi nella Cava Barbieri hanno riportato alla luce reperti risalenti al Neolitico, epoca compresa tra il IX e l’VIII millennio a.C., considerati tra i più significativi dell’Italia centrale. Un’avventura tra passione e competenza che oggi rivive in un volume dedicato a questa straordinaria impresa scientifica.

La campagna di scavi, condotta tra il 1968 e il 1990 in una cava solitamente destinata all’estrazione di pietra arenaria, fu possibile grazie all’impegno della Dott.ssa Gabriella Calvi Rezia e del maestro elementare Alberto Dondoli, pientino e principale collaboratore dell’iniziativa. Il loro lavoro ha contribuito in modo determinante alla conoscenza delle antiche civiltà che abitarono la zona.

Ora, questa preziosa esperienza archeologica è raccolta nel libro “Gabriella Calvi Rezia. Pienza, Cava Barbieri (scavi 1968-1990). Gli insediamenti del Neolitico e dell’Età del Bronzo”, curato dalla Prof.ssa Lucia Sarti dell’Università di Siena. Il volume sarà presentato sabato 22 marzo alle 16.00 nella Sala convegni “Rino Massai” di Pienza.

Umberto Bindi, membro del Gruppo Archeologico di Pienza, sottolinea l’importanza di questa pubblicazione, nata dal desiderio di rendere omaggio al maestro Dondoli: “Si parlava da anni di un libro che raccogliesse il racconto e i risultati di quelle ricerche. Dopo la sua scomparsa, ho sentito quasi un dovere portare a termine quest’opera”. Bindi, insieme al Sindaco di Pienza, Manolo Garosi, ha svolto un ruolo chiave nella realizzazione del volume, ora parte della collana del Museo della Preistoria di Firenze, finora accessibile solo agli specialisti.

A ricordare le prime fasi degli scavi sono anche le testimonianze di Rino Massai e Fabio Pellegrini, che vi presero parte da giovani. “Quando la Dott.ssa Rezia iniziò a esplorare la zona, fu vista come un’originale appassionata di cocci. Ma nel 1968 iniziarono i primi scavi organizzati, coinvolgendo studenti e operai”, raccontano. Tra i collaboratori più assidui figuravano il maestro Dondoli e il veterinario Lucio Pellegrini. Le campagne di scavo si tenevano due volte l’anno, a giugno e settembre, con finanziamenti alternati tra la Sovrintendenza e la stessa Calvi Rezia.

Legatissima a Pienza, la ricercatrice acquistò una casa in città e partecipò attivamente alla vita culturale locale, fino a prendere parte alla rappresentazione della commedia “Criside” di Enea Silvio Piccolomini in Piazza Pio II. Le scoperte archeologiche hanno rivelato la presenza umana nell’area già 11.000 anni fa, confermando l’importanza del contesto ambientale.

Il maestro Dondoli, dal canto suo, fondò il Gruppo Archeologico Pientino, promuovendo per decenni la valorizzazione dei beni archeologici della Val d’Orcia, della Toscana e dell’intera Italia. Il suo impegno fu riconosciuto dalla Soprintendenza Archeologica della Toscana, che lo nominò Ispettore Onorario.

L’archeologia gioca oggi un ruolo chiave nel programma “Valdichiana Senese Capitale Toscana della Cultura 2025”, che include anche Pienza. La pubblicazione del volume sugli scavi di Cava Barbieri si inserisce in questo contesto, contribuendo a risvegliare l’interesse verso il patrimonio storico e archeologico del territorio, a beneficio delle comunità locali e del turismo culturale.

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