"DOG PARK" A SIENA: IL PROGETTO DI ANDREA BENOCCI

In risposta ai fatti di cronaca di Siena degli ultimi giorni trascorsi sulla chiusura del canile a Colle Pinzuto, il giovane senese Andrea Benocci, da semplice cittadino, pone l'attenzione alla possibilità di sviluppo di un suo nuovo progetto architettonico alternativo "Dog Park", oggetto della sua tesi di laurea in Scienze dell'Architettura:

"La progettazione del parco urbano destinato agli animali, nel caso di specie ai cani, è dettata da uno studio preliminare delle esigenze territoriali, legate alla didattica universitaria, che riescono a comporre un quadro conoscitivo di ampio raggio sulla disciplina architettonica e sulla buona progettazione. La matrice compositiva dispone da un lato il legame con il territorio, richiamando forme elementari quanto complesse, dall’altro la tecnica e l’ecosostenibilità.

Nella relazione con la città, le analogie divengono spontanee, dal richiamo alla forma del ferro di cavallo, all’uso di materiali come il cocciopesto, valorizzando le maestranze presenti. L’arte, poi, connette le parole a volumi sviluppando un concept fortemente incentrato nel richiamare una regola distributiva che scandisce l’area di ingresso polifunzionale, mentre l’area più ‘tecnica’ segue il pendio connettendo, come i tagli sulla tela di Lucio Fontana, la trama regolare alla parte di parco a destinazione pubblica. Questa mixité consente di aprire il parco, destinato completamente agli animali, alla cittadinanza, ampliando il concetto di inclusività multigenerazionale lasciando trasparire la funzione principale. I volumi progettati sono modulari, seguono, quindi, una regola definita da una divisione strutturale puntiforme in acciaio, si alternano spazi pubblici a spazi operativi anche a destinazione sanitaria.

Il sito di progetto si trova a Siena, all’interno della ‘cittadella dello sport’ in zona Acquacalda, adiacente ad un campo destinato al tiro con l’arco ed in prossimità del parcheggio a servizio delle attività sportive e dello svincolo della Tangenziale. L’area, circa 20000 mq, dà la possibilità di connettere la natura all’architettura seguendo un dislivello di circa 10 metri senza intaccare il paesaggio, seppur non sia presente il vincolo paesaggistico, rendendo il progetto stesso unico e non ripetibile, ‘site specific’. L’accesso, previsto lungo la strada principale dell’area, è caratterizzato da spazi destinati a stalli per biciclette alternati a sedute e parcheggi per il personale il tutto scandito da alberature ombreggianti.

I due volumi polifunzionali, che dividono il distributivo di ingresso, hanno un rivestimento in legno ed una doppia altezza che conferisce una gradevole vivibilità. Un edificio a pettine a destinazione sanitaria e ‘dog hotel’, con ambulatori, sala operatoria, spogliatoi e box ad elevati standard dimensionali, si separa tramite una copertura grigliata in acciaio, da un prisma puro ma dinamico, in cui sono previste destinazioni di toelettatura, dog shop, caffetteria/ristorante e pet therapy. Il tutto contornato da zone verdi destinate in parte ad agility dog. Il connettivo, lineare in cocciopesto nella zona di maggior passaggio, si frammenta diventando pietra mista ad erba per connettere gli emicicli a tetto verde: i terrazzamenti. I tre emicicli, a copertura verde, consentono la realizzazione di 60 box per cani ad elevati standard, con spazi verdi privati per ogni cane ed alloggi e spazi mensa per il personale. Il livello più basso, il più accessibile, ha anche aree dedicate alla preparazione del cibo ed allo sporzionamento, toelettatura e vari magazzini per le attrezzature necessarie. Il progetto ha la volontà di superare i vecchi concetti dei canili, lascia un segno rispettoso dell’ambiente quanto indelebile nella concezione innovativa differenziando il concetto di ‘Architettura’ da ‘Edilizia’."