Inserita il 14-04-2017 - Chiusi
I chiusini scoprono un altro modo di far festa grazie ad una ricetta rubata
A differenza di quella abruzzese, dolce con uvetta e canditi, quella umbra è salata, per la precisione al formaggio, meglio comunque parlare al plurale: pecorino, parmigiano e groviera. Ingrediente fondamentale è comunque il tempo. La ciaccia di Pasqua infatti ha un tempo di preparazione lungo quasi ventiquattr'ore. La sera i tre formaggi, grattati e a tocchetti, devono essere mescolati con olio, pepe, sale, spezie e vino bianco insieme con le uova sbattute e il composto deve riposare una notte intera, così come il lievito madre. La mattina è il momento dell'impasto a fontana e dopo averlo maneggiato per circa 20 minuti, si mette a lievitare. Una volta lievitato l'impasto è pronto per essere infornato e dopo circa un'ora il lungo processo è giunto al termine, o quasi... Il vero momento conclusivo è infatti quando ci si mette a tavola. L'appuntamento è alle 12, vent'anni fa era in quel momento che nel paese si scioglievano le campane, non la notte del sabato. A quel suono i bambini che imparavano a camminare venivano lasciati andare da soli. Era il segno di prendere il proprio posto attorno alla mensa, di mangiare la testa di agnello fritto, perché “non si butta via nulla”. Un suono che avverte di far festa e come scriveva qualcuno “Ed a quel suon diresti Che il cor si riconforta”.
Elisabetta Crezzini