CAPORALATO A SIENA E GROSSETO, OLTRE TREMILA LAVORATORI COINVOLTI

Inserita il 14-01-2016 - Attualità

Le ultime verifiche dicono che il fenomeno è molto più preoccupante di quanto si potesse pensare.

Nelle province di Grosseto e Siena le ultime verifiche dicono che il caporalato è un fenomeno molto più preoccupante di quanto si potesse pensare. “Nel grossetano sono oltre 3mila i lavoratori coinvolti in un vero e proprio mercato nero delle braccia: più della metà in Maremma, mentre il resto va a lavorare nelle altre province”. Sono alcuni dei dati resi noti dalla Fai, il sindacato del settore agroalimentare e ambientale della Cisl, che ha organizzato sul tema un convegno a Grosseto a cui hanno partecipato rappresentanti delle organizzazioni agricole e delle istituzioni, oltre all’Assessore regionale Marco Remaschi e al Commissario della Fai nazionale Luigi Sbarra. “Nelle aziende vitivinicole - ha detto nella sua relazione Antonella Biondi, segretaria Fai-Cisl di Grosseto e Siena - vengono impiegati soprattutto immigrati dall'Africa e dall'Asia, lavoratori che in estate fanno i venditori sulle spiagge del Lazio e della Campania e a inizio autunno si spostano nelle nostre zone. Lavorano quasi sempre al nero, per un massimo di 40 euro al giorno (ma più spesso per 25-30) per 10-12 ore”.

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