Cresce l’attesa per la festa immortale della città
E con lo spuntar del sole, la temperatura più calda, il countdown per i senesi è iniziato, ammesso che sia mai smesso.
L’odore del tufo comincia davvero a farsi sentire, sembra quasi di vedere galoppare i cavalli, di sentirne gli zoccoli che toccano per qualche istante quel pezzo di tufo per poi correre ancora ed ancora alla ricerca della vittoria.
Mancano esattamente 100 giorni al Palio, “mancano” davvero, nel senso che, pur essendo vicino nel tempo, a noi, senesi, il lungo inverno dà fastidio, non tanto per il freddo, che per altro questo anno non è neanche venuto, ma soprattutto perché sentiamo la necessità, ogni anno, di gustare l’emozione di essere in piazza con il proprio cavallo, ed abbiamo bisogno di credere che la “dea bendata” ci venga in aiuto durante la corsa, nonostante tutto e tutti.
Ecco sì, sentiamo la mancanza dello sperare, del poter sprigionare tutte le emozioni. Abbiamo voglia di sentir scorrere nel sangue ancora di più i nostri colori e vederli primi al bandierino e tutto quello che succede dopo non è un semplice festeggiamento. No. E’ difficile persino razionalizzare in quel momento; l’anima è percossa da talmente tante emozioni insieme che il sorriso si unisce al pianto ed il pianto si trasforma in urla e canto e solo dopo, la Contrada vittoriosa, il cavallo, il fantino, il popolo “tornano a respirare”.
La cosa strana è che quell’ ”assenza di respiro” noi senesi la agogniamo, noi la vogliamo con tutti noi stessi ed ora che la piazza comincia a ribollire di chiacchiere, del detto e del non detto, ogni giorno in più che passa è un passo importante che ci conduce alla nostra anima: il Palio.
Chiara Lenzini
