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NAVARRI: "INDIGNAZIONE PER LA VICENDA DI CRISTINA FERRI"

News inserita il 31-07-2010

La presidente di Antigone interviene sulla vicenda della cantante senese, portata ieri in primo piano dagli organi di stampa.

"Il misto di sbigottimento e di sconcerto, dopo aver conosciuto dalla stampa la vicenda di Cristina Ferri, ha presto lasciato il posto ad una profonda indignazione. Come si può consentire il perpetuarsi di una situazione del genere? Non si tratta di fare del qualunquismo o della facile demagogia. Ci sono due questioni: quella giudiziaria e quella intima personale di donna e ambedue soggiacciono ad un’inarrestabile deriva culturale che, soprattutto nel nostro Paese, sembra non trovare più argine. Ce lo confermano quotidianamente le pagine dei giornali: la deriva etica della nostra visione della vita e del mondo, di come ci si debba relazionare fra esseri umani, secondo quali regole e come queste regole debbano essere fatte rispettare.
E’ una questione complessiva che sulle donne si scarica nella maniera più forte per quel meccanismo secolare legato alla violenza simbolica che passa quotidianamente: “violenza dolce, invisibile per le stesse vittime, che si esercita attraverso le vie puramente simboliche della comunicazione e della conoscenza”. Mi scuseranno i lettori se cito ancora Bourdieu ma il suo libro sul dominio maschile sembra attualizzarsi attraverso la trama quotidiana di una cronaca che lascia sempre più increduli.
A questa violenza simbolica, che sta dilagando dal rapporto uomo donna a tutti gli ambiti della vita, si è nel tempo accompagnata una logica del ‘laisser faire’, che ha consentito il diffondersi di una serie di meccanismi (corruzione, violazione delle regole più comuni di vita sociale, violenza sulle donne) che stanno facendo saltare ogni forma di coesione sociale e di giustizia. Anni di movimento delle donne, di politiche di pari opportunità, di costruzione di servizi sociali mirati, la legge sullo ‘stalking’, sulla violenza sessuale, roboanti dichiarazioni, convegni, ricerche, libri, progetti, centri antiviolenza e siamo ancora davanti ad una donna sola che, per salvaguardare se stessa, deve ricorrere a una denuncia pubblica, pagare una persona che accompagni sua figlia e la riprenda, tutto questo per potersi salvare da qualcuno che l’ha segregata, offesa, umiliata. Può essere garantito il diritto di affido congiunto a chi agisce in questo modo? La vicenda di Cristina (come quella di molte altre donne che subiscono - magari in silenzio - e a cui va tutto il mio appoggio e quello dell’Associazione che mi onoro di presiedere) conferma per l’ennesima volta che la storia dell’affermazione dei diritti delle donne è ancora tutta da scrivere."

Alessandra Navarri

 

 

 

 

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