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MAGGIO DI VINO: ALLA SCOPERTA DI UN ROSSO D'AUTORE!

News inserita il 06-05-2015

  

 

“Quando imbrocca d’aprile, vacci col barile; quando imbrocca di maggio, vacci per assaggio; quando imbrocca di giugno, vacci col pugno”!

    

Il Mese di Maggio è il quinto del calendario gregoriano. Il nome Maius potrebbe derivare dalla dea romana Maia, antica dea della fertilità, della terra e dell'abbondanza. Il Primo Giorno di Maggio il Dio Vulcano regalava a Maia una scrofa gravida in segno di fecondità. Maia era parte di un culto ancestrale della Madre Terra (Bona Dea) venerata dagli antichi abitanti del Lazio, legata alla fecondità e all’abbondanza. Tra la fine di Aprile e gli inizi di Maggio si venerava nell’Antica Roma un’altra dea, chiamata Flora , dea delle messi e della fioritura degli alberi da frutto, associata a Pomona, custode di orti e giardini.Durante ques ti giorni di festa, si svolgevano i Ludi Floreales o Floralia, feste a base di danze, canti, spettacoli teatrali, giochi, libagioni a sfondo orgiastico. L’aspetto orgiastico e l’essenziale licenziosità di questa festa era in realtà un rito propiziatorio affinché la terra desse i suoi frutti in abbondanza. In seguito lo scrittore cristiano Lattanzio, per denigrare la religione romana e il carattere lascivo delle celebrazioni, asserì che la dea Flora non fosse altro che una meretrice che aveva lasciato i suoi beni in eredità al popolo romano che per gratitudine istituì i Floralia. Maggio è un mese di grande ricchezza di fiori, colori, canti di uccelli e ronzare di insetti. Le tiepide serate consentono di godere all’aperto i profumi e i suoni della stagione primaverile. E’ il mese in cui iniziano a maturare i primi frutti, dalle ciliegie alle fragole, dalle albicocche alle nespole del Giappone.

Il primo giorno di questo mese è una festa molto importante nel calendario celtico e neopagano: segna l'inizio della seconda metà dell'anno, quella "luminosa", in quanto i Celti dividevano l'anno solare in una parte luminosa e in una oscura. È la festività che si chiama Beltain o Beltane, che in gaelico significa letteralmente "fuoco luminoso". Per i cristiani Maggio è il mese dedicato alla Madonna e sinonimo di fecondità. A maggio, nell'orto si possono già cogliere fave, rucola, insalate novelle e ravanelli, mentre fioriscono pomodori, zucchine, peperoni, melanzane ed altro. Oltre al 1 maggio, Festa del Lavoro, il 9 maggio si festeggia la giornata dell'Europa Unita. L’Antica tradizione vuole che nella sera del 30 aprile gruppi di cantori "I Maggiaioli" si riuniscano per festeggiare l’arrivo della bella stagione cantando e suonando madrigali per le strade e nella campagna circostante Castiglione d’ Orcia. La Maggiolata è una classica festa toscana per togliersi di dosso il ricordo del freddo inverno che ci portiamo sulle spalle per lasciare spazio alle giornate soleggiate primaverili. L’azienda Agricola Castello di Radda è situata sulla collina che fronteggia a Est il borgo di Radda in Chianti, sotto il castello di Volpaia. L’esposizione dei vigneti ruota da Sud-Est a Sud-ovest su terreni di medio impasto argilloso calcareo, con buona presenza di scheletro, particolarmente vocati per la coltivazione del Sangiovese e del Canaiolo. Fu acquisita dalla famiglia Beretta nel 2003 con l’obiettivo di incrementare il loro interesse nel settore vitivinicolo, in cui erano già attivi con l’azienda storica di famiglia “Lo Sparviere”, che produce le preziose bollicine di Franciacorta. Il progetto si concretizza con il recupero, in termini qualitativi, dei 45 ettari vitati e la costruzione di una grande cantina realizzata secondo il progetto dell’architetto Spartaco Mori. Il profondo rispetto per il territorio e la sua gente ha suggerito la realizzazione di un edificio scavato nella dura roccia, completamente sotterraneo, con un basso impatto ambientale ed energetico. La pietra a vista delle facciate, l’elegante sala degustazione di gusto italiano contemporaneo, i curatissimi giardini, il gazebo fiorentino in posizione dominante e l’ampio portico, ricevono i visitatori in un luogo rilassante ed accogliente. Le uve utilizzate per il Chianti Classico Riserva provengono dai vigneti più vecchi dell’azienda, situati a circa 400 m sul livello del mare, con esposizione sud e sud-est. I terreni sono di natura argillo-calcarea più o meno sciolti a seconda del vigneto. Le basse rese di produzione (45-50 q/ha di uva), la buona esposizione sostenuta da una ventilazione serale e l’escursione termica dovuta alle basse temperature notturne favoriscono una corretta maturazione del grappolo. La raccolta avviene a mano ed in cassette da 20 Kg, selezionando le uve prima in vigna e successivamente su un tavolo di cernita in cantina. La fermentazione alcolica avviene in tini di acciaio INOX di 50 hl, con permanenza sulle bucce che può variare dalle tre settimane al mese a seconda del grado di maturazione delle uve. Successivamente avviene la fermentazione malolattica in legno nuovo per l’80%: tonneaux da 5 hl o botti da 20 hl. L’affinamento continua negli stessi contenitori di legno intervallato da alcuni travasi per circa 20 mesi. La permanenza in bottiglia prima della commercializzazione è di almeno 12 mesi.

Il vino è contraddistinto da un bel colore rosso rubino, limpido, con tenui riflessi tendenti al granato, all’olfatto caratterizzato da fragranze intense di bosco, con sentori di spezie e vaniglia. In bocca è lungo ed equilibrato, presenta un finale sapido e persistente; da abbinare senza indugio con una tagliata di manzo.

“Quando imbrocca d’aprile, vacci col barile; quando imbrocca di maggio, vacci per assaggio; quando imbrocca di giugno, vacci col pugno”!

Achille Prostamo & Giovanni D'Alessandro

 

 

 

 

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