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L'ANIMA DEL SANGIOVESE PER FESTEGGIARE L'ARRIVO DELL'ESTATE

News inserita il 20-06-2015

 
Si brinda: un bicchiere per rendere ancora più piacevole la stagione tanto attesa da grandi e piccini.

 

Giugno, denominato anche Mese del Sole o Mese della Libertà, è il 6º mese dell'anno secondo il calendario gregoriano, ed è il primo mese dell'estate nell'emisfero boreale e il primo dell'inverno nell'emisfero australe; consta di 30 giorni e si colloca nella prima metà di un anno civile. Il nome deriva dalla dea Giunone, moglie di Giove. E’ la dea delle donne, una delle tre divinità più importanti del Pantheon romano; una delle divinità della potente  Triade  formata da Giove, Minerva e Giunone, appunto. Perciò questo mese veniva chiamato in latino Iuniu, sebbene  ai tempi di Ovidio non se ne conoscesse la vera etimologia tant'è vero che il poeta dei Fasti ne elencava varie interpretazioni: sarebbe derivato appunto da Iuno, Giunone; oppure dagli iuniores, i giovani, in contrapposizione a maius, maggio, quale mese dei maiores, gli anziani. Giugno è anche il mese del Solstizio (20 o 21 Giugno). "Solstizio" deriva dalle parole latine per "sol", cioè Sole, e "sistere" ossia "fermarsi": ovvero, il momento in cui il Sole si arresta nel suo punto più alto. Il Solstizio d'estate si verifica proprio quando l'asse della Terra è più inclinato verso il Sole di 23.4 gradi e i raggi colpiscono direttamente la linea di latitudine tropicale (per noi, il Tropico del Cancro). Nel mese di Giugno, l'inclinazione è verso il Sole nell'emisfero settentrionale, mentre nell'emisfero australe accade nel mese di dicembre, quando da noi è il Solstizio d'inverno. Il solstizio d'estate ha le ore più lunghe di luce per l'emisfero nord. Il Sole, che di solito si erge direttamente a est, svetta a nord-est e tramonta a nord-ovest. Questo significa che il sole è nel cielo per un periodo di tempo più lungo, producendo più luce del giorno.

Montevertine è situata nel cuore delle colline del Chianti, nel Comune di Radda in Chianti a 425 metri di altezza. La località era sicuramente abitata fin dall'XI secolo. Restano ancora, infatti, le tracce della costruzione originale, sicuramente a carattere difensivo, trasformata successivamente in abitazione rurale. Montevertine è stata acquistata nel 1967 da Sergio Manetti, allora industriale siderurgico, come casa di vacanza. Egli restaurò la casa in modo da renderla abitabile e subito impiantò due ettari di vigna ed allestì una piccola cantina con l'idea di produrre un po' di vino per i suoi amici e clienti.

Le altimetrie vanno dai da 400 ai 600 metri, nel paesaggio non ci sono dolci colline, ma pendii spesso aspri e con bosco incombente, e i terreni sono costituiti da una moltitudine di suoli, di argille, sabbie, limo, galestro, calcare chiaro in una molteplicità che diversifica di vigna in vigna un territorio che già di per se’ meriterebbe un’ulteriore zonazione rispetto all’area del Chianti Classico. Freschezza e durezza e capacità di evolversi nel tempo sono le doti comuni ai vini di Radda, come comune è trovare  viticoltori veri, persone che fanno di questo mestiere la loro vita, vignaioli per tradizione e passione, e non solo per moda o business come frequentemente si può trovare nelle zone limitrofe: questo è il caso di Martino Manetti.

Nel 1991 un’estate brutta dal punto di vista metereologico, lascia poca uva in vigna, è allora che Sergio decide di imbottigliare il primo Pian del Ciampolo. Il suo non è un nome di fantasia, ma si rifà ad un effettivo vigneto della proprietà, un appezzamento a nord ovest, vicino al torrente, nel quale la vigna viene impiantata però solo nel 1993. Di fatto, come il Montevertine, Pian del Ciampolo nasce (e prosegue) come assemblaggio delle varie vigne, modulato a seconda delle annate, è il sangiovese il protagonista con il 90% e saldo al 10 di colorino e canaiolo. Il Pian del Ciampolo è il vino di ingresso dell’Azienda Montevertine, un prodotto più immediato, da non aspettare necessariamente troppo a lungo. Si ottiene dalle selezioni meno interessanti delle vigne (gli impianti più giovani, le esposizioni meno felici) e dal vino di torchiatura delle uve destinate a dare, col mosto fiore, Pergole Torte e Montevertine. Affina un anno in legno e un secondo tra fasi di assemblaggio (in cemento, come per la fase delle fermentazioni) e bottiglia. Non è però da considerarsi un vino cadetto, anche in virtù della sua funzione di indicatore dell’annata, di cui diventa spesso la chiave di lettura più immediata: una sorta di anteprima.

Fedele interprete di una delle migliori annate dell’ultimo decennio, la versione 2013 si presenta nel bicchiere di un bel rosso rubino tal tono bello vivace, il naso è davvero molto ricco di piccole sfumature che rievocano nel bicchiere i meravigliosi profumi dell’uva appena portata in cantina. Fragoline di bosco, viola, ciclamino, ci colpiscono in rapida successione, ma è al sorso che questo capolavoro mostra una marcia in più: intenso, persistente e soprattutto dalla beva inarrestabile. Tutto quello che dovrebbe essere un sangiovese del Chianti Classico ma che spesso purtroppo non è; lontano anni luce dallo stereotipo di vino da competizione “tutto muscoli e poco cervello”! Quanto all’abbinamento ci pare proprio un vino da merenda, il perfetto compagno per una scampagnata all’aria aperta. Il costo, considerato il valore del prodotto è davvero irrisorio, siamo intorno ai 15 euro sullo scaffale, da acquistare almeno in coppia, perché una bottiglia davvero non basta mai. “La notte di san Giovanni, entra il mosto nel chicco”!

Achille Prostamo & Giovanni D'Alessandro

 

 

 

 

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