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ITALIANI SINGLE A VITA. MATRIMONIO? NO GRAZIE!

News inserita il 08-05-2015

53mila nozze in meno tra il 2008 ed il 2013. A Siena è boom di riti civili. Dati Istat anche sulle unioni miste: le mogli preferite sono le donne dell'est.


Single si nasce e vedendo i dati dell'Istat ci si resta sempre più a lungo.
Secondo gli ultimi Report dell'Istituto nazionale di statistica calano le coppie che convolano a nozze con un tracollo di circa 53mila matrimoni in meno nel quinquenio 2008-2013, -77% rispetto al trend degli anni precedenti.
Che sia per le difficoltà economiche, visti i numeri in salita di precari soprattutto tra i giovani, o semplicemente per la voglia di restare degli eterni peter-pan, ciò che è certo è che ci si sposa sempre meno. Sono state 194.057 le coppie convolate a nozze nel 2013, oltre 13 mila in meno rispetto all'anno precedente.
La Penisola più cattolica del mondo vede così piano piano declinare quello che è, per la Chiesa, il sacramento fondante la famiglia e dunque la stessa società.
Guardando a quanto pubblicato da testate nazionali, riportanti una ricerca condotta dalla Marriage Fudation, i ventenni di oggi sono destinati a restare single a vita. Secondo infatti il Report sopra citato il 47per cento delle donne e il 48 per cento degli uomini che oggi hanno vent'anni, non varcheranno mai le porte di una chiesa o di un municipio per dichiararsi amore eterno. Aumentano però le percentuali di coloro che scelgono di convivere con la loro dolce metà, una decisione condivisa per lo più dai giovanissimi che sempre meno sono disposti a sobbarcarsi i costi (economici, materiali e non solo) di un matrimonio che si rispetti.


Si parla anche di matrimoni misti nel rapporto Istat del 2014, evidenziando come, sebbene si riscontri un calo anche in questo settore, gli italiani continuano a sposare le donne straniere. Sono soprattutto le moglie ad essere quindi di nazionalità diversa rispetto a quella del loro coniuge italiano, con un boom di novelle spose provenienti dall'est europa. Nella top ten dei paesi di provenienza delle future mogli degli italiani si contano: Romania, Ucraina, Russia, Polonia, Moldova e Albania.

Ed anche Siena non fa eccezione, se nel 1990 infatti i matrimoni contratti nel comune senese erano 62,03% con rito religioso e 37,97% con rito civile, 14 anni dopo la situazione si ribalta evidenziando un'impennata dei matrimoni celebrati nella magnifica atmosfera di Palazzo Pubblico 76,78% ed un drastico crollo di quelli invece religiosi 23,22%. Aumentano anche i dati relativi ai matrimoni misti, nei primi anni '90 infatti non si registrava nessuna unione coniugale con un coniuge straniero, nel 2014 invece il 43,60% dei matrimoni vede metà della coppia proveniente da altri stati del mondo.

Se la percentuale di matrimoni contratti tracolla, spiccano il volo invece le separazioni (+68,8%) ed i divorzi (quasi +50%) registrati negli ultimi anni. 
Infondo niente è per sempre, lo dicono anche gli afterhours. Sorpassata l'arcaica formula del “finchè morte non ci separi” gli italiani danno sempre più spesso una propria discrezionale interpretazione di quelle promesse che, se nel passato venivano percepite come un qualcosa di indissolubile ed immutabile, ad oggi suonano come quella novella un po' retorica e scontata sulla quale non vale la pena porre l'attenzione.
Tornando a guardare ai dati Istat, gli Italiani restano sposati in media per 16/19 anni, anche se chi ha contratto il matrimonio con rito religioso risulta più restio a spezzare il vincolo rispetto invece alle coppie unite con rito civile.
Vero è che se gli Italiani sono titubanti nell'affrontare le spese e gli oneri di un matrimonio, fino ad oggi i problemi inerenti il divorzio non erano migliori.

Nel 2014 però è arrivata la svolta, il divorzio breve. Finite le battaglie ed i rinvii la possibilità di porre fine alla propria unione coniugale nel più breve tempo possibile è divenuta realtà, grazie all'approvazione alla camera il 29 maggio 2014 del Ddl 1504.
Non saranno più necessari tre anni per dirsi addio, ma soltanto sei mesi in caso di separazione consensuale, o al massimo 12 in caso di ricorso al giudice. Novità arrivano anche in campo patrimoniale, la comunione dei beni potrà infatti essere sciolta nello stesso momento in cui si sottoscrive la separazione.
Per le pratiche di divorzio quindi si riducono i problemi, un pensiero in meno per chi sta per compiere il grande passo pronunciando il fatidico sì. Uno stimolo in più a legarsi indissolubilmente a quella che per noi è l'altra metà della mela, e poi infondo il matrimonio è un po' una scommessa, un salto nel vuoto che ti toglie il respiro ma ti fa provare qualcosa di irripetibile, e se non ci si crede basta pensare che infondo l'amore è eterno... finchè dura.

Carolina Sardelli

 

 

 

 

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