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IL PALIO VISTO DA SPILLO

News inserita il 17-06-2015

A tu per tu con Pier Camillo Pinelli a pochi giorni dalla tratta di Provenzano.

A pochi giorni dal 29 giugno abbiamo incontrato l'ex fantino Pier Camillo Pinelli detto Spillo per conoscere il suo punto di vista sulla prossima carriera del 2 luglio.

Camillo, con l’estrazione del 31 maggio abbiamo finalmente il lotto delle dieci al canape. Che palio ti aspetti?

Sarà un Palio particolarmente strategico. Un Palio da ricamo, da punto croce! Qualcuno potrebbe essere già andato in difficoltà, certe situazioni venute fuori ultimamente possono aver complicato tante cose.

Lo scorso agosto dopo tanto tempo, abbiamo assistito ad una tratta con tutti i bomboloni. Credi che le tante rivalità presenti per questo palio di Provenzano possano incidere sulla scelta dei capitani?

Sì, credo che andranno su un lotto equilibrato,  ma  verso il “basso“, a meno che all’ultimo momento non si “sistemino” certe cose…..

E’ finita la stagione delle corse di addestramento. Hai visto qualche cavallo nuovo da osservare con attenzione alle prove di notte e alle batterie?

Sì, credo ci siano dei cavalli interessanti, da Quore de Sedini, passando per Quintiliano a Phatos de Ozieri e ad un trasformato Querino per dirli alcuni, sempre secondo il mio modo di leggerli naturalmente. Romanzo per Anna può essere una sorpresa se si tranquillizza ancora un poco. Dico questi ma ci sono ancora altri. Chi di dovere avrà comunque già le idee chiare. Questo è il mio pensiero sui cavalli, io non sono l‘Oracolo quindi posso anche sbagliare, pur essendo questo il mio mestiere o perlomeno lo è stato per più di 45 anni.

Capitolo fantini. Ci sono alcuni giovani che si sono messi in mostra nelle corse e nei palii di provincia e scalpitano per un giubbetto la sera del 2 luglio. Pensi che ci sarà spazio per qualcuno di loro o pensi che possa rientrare qualche fantino esperto attualmente fuori dai giochi?

Ci sono davvero dei ragazzi in gamba, ma questo è un Palio particolare come ho già detto. Lo vedo difficile un debutto, il più probabile è Andrea Coghe, vicino già dallo scorso anno alla Selva. Però, se esordisce lui, chi rimane a piedi? Poi c’è  Mannucci è un altro con buoni potenziali, ma non è facile per questo Luglio trovare una contrada tranquilla dove debuttare. Ci sono anche altri, Giannetti è uno che a me piace molto perché ha carattere, ma credo se ne parli ad Agosto anche per lui. Se ragioniamo di giovani non si può non nominare Bellocchio, non è più al debutto, ma potrebbe essere il Palio della sua consacrazione. Sì, credo che qualche rientro ci può stare, potrebbe essere questo il Palio per un rientro.

I capitani chiederanno al mossiere maggior elasticità al canape per evitare mosse giovani nella dinamica e nella tempistica e per non svantaggiare oltremodo la rincorsa. Sei d’accordo?

La rincorsa va invitata e non forzata. La tolleranza deve essere un obbligo da parte del Comune e del Mossiere, che tra trasmette tranquillità e che personalmente stimo molto. Per le mosse giovani, intese come ingresso del cavallo di rincorsa al Verrocchino, è un problema. Inconsciamente i fantini prendono il tempo al Mossiere e lo stesso discorso vale per il Mossiere, insomma è il Gatto che si morde la coda, la colpa non è né dei fantini né del Mossiere, è che si crea una tempistica casuale e irrazionale, ma istintiva, come è di fatto l’attimo della mossa.

Nel palio moderno contano sempre i partiti? Ed il cosiddetto palio d’inverno ha sempre un valore?

Assolutamente si, e forse più di prima. Per queste cose credo che si è tornati all’antico a differenza di quello che si crede.

 

Credi che nel palio moderno ci sia troppa esasperazione, troppa ricerca della perfezione rispetto al palio che correvi te?

Quando montavo io dicevano che quello di prima era meglio. Ora si dice che quello dei miei tempi era più bello di questo.Fra trent’anni diranno che quello di oggi è meglio di quello che verrà. Partiamo dal fatto che il Palio è, e sarà sempre il Palio, fantastico, emozionante, bellico, è il medio Evo che ritorna…  Ma nello stesso tempo la nostra Festa ha avuto la capacità di resistere ai tempi perché,  pur mantenendo le sue peculiarità, ha saputo adattarsi ai tempi che viveva e vivrà. Il Palio non vuole le “briglie” si ribella sempre alla fine….Nei fantini posso dire che forse ora c'è più attenzione e professionalità nei particolari, soprattutto nell'aspetto atletico, nella cura del proprio corpo, anche se io ho avuto sempre la stessa attnzione, ma certamente interpretavo la figura del fantino - atleta diversamente rispetto ai fantini moderni, pur con la stessa efficacia dal punto di vista fisico ed atletico.

Davide Donnini

 

 

 

 

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