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GLI ANIMALISTI NON SI FERMANO, DAI CAVALLI DA PALIO ALLE RANE DI SANCASSIANO

News inserita il 08-07-2015


L'associazione Gabbie Vuote Onlus rivolge il suo appello al Comune di San Casciano dei Bagni: "sostituite gli animali con palline colorate."

 

La provincia di Siena continua a sollevare l'attenzione dei movimenti animalisti. Dopo le polemiche sollevate contro il Palio di Siena questa volta ad attirare i malcontenti degli animalisti è Palio di San Cassiano manifestazione in programma per il 9 agosto nel quale le quattro contrade del paese si sfidano nella corsa delle ranocchie.  La lettera che segue è stata rivolta dalla Presidente dell'Associazione Gabbie Vuote Onlus Firenze Mariangela Corrieri all'amministrazione di San Casciano dei Bagni.

"Siamo a conoscenza che il 9 agosto prossimo si svolgerà nel comune di San Casciano dei Bagni il Palio della ranocchia http://www.paliodisancassiano.it/  che "consiste nello spingere una carriola fino all’arrivo, con la particolarità che sul piano è posta una ranocchia che deve rimanere al suo posto per tutto il tragitto. Se l'animale salta via dal piano della carriola il concorrente si deve fermare e recuperare la ranocchia, solo quando l’ha rimessa sulla carriola può ripartire".
 
Questo gioco appare talmente banale che potrebbe essere lasciato ancora alla "tradizione" se non fosse che di mezzo c'è un animale.
Un animale che certo non ha scelto di stare sulla carriola, che viene catturato e sbatacchiato, imprigionato e costretto a restare dove non vuole, sotto il sole cocente.
E' certo che la vostra "tradizione" non dà peso alla rana, non la considera un essere senziente secondo l'art. 13 del Trattato di Lisbona dell'Unione europea. Non dà peso alla legge 189/2004 sul divieto di  maltrattamento degli animali. Perchè, non ritenete sia maltratamento costringere una rana a subìre comportamenti contrari alla porpria etologia? Inoltre, rispetta il vostro gioco l'art. 15 della L.R. toscana 59/2009 per la tutela degli animali?
 
Perchè non sostituirla con palline di ping pong, magari colorate di verde? La "tradizione" si evolverebbe secondo una visione contemporanea per seguire il consiglio di  Edgar Kupfer-Koberwitz, scampato al lager di Dachau: « Dovremmo cercare di superare le nostre piccole insensibili crudeltà, cercare di evitarle e cercare di bandirle. Ma siamo ancora troppo osservanti delle nostre tradizioni. E le tradizioni sono come una salsa grassa e saporita, che ci fa ingoiare la nostra insensibilità egoista senza farci accorgere di quanto questa sia amara." 
 
Ci auguriamo un cambiamento.
Mariangela Corrieri, Presidente Associazione Gabbie Vuote Onlus Firenze"

 

 

 

 

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