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DRAPPELLONE MODERNO E ORIGINALE MA NEL SOLCO DELLA TRADIZIONE

News inserita il 10-08-2010

Un "Cencio" emozionante per il popolo di Siena, che si ritrova in questa opera.

Un bellissimo drappellone, autenticamente nel solco della tradizione, ma anche moderno ed originale. Bravo Franco Fortunato, bravo a regalarci una città murata in un tramonto che scolora dal blu profondo al celeste, occhieggia al giallo e sconfina nel rosso.
E’ Siena al centro del “cencio”, la Siena del Buon Governo, sospesa nel cielo e sulle crete, ripetuta poi, in scala minore, per altre sedici volte. Insomma 17 città come 17 sono le nostre comunità-contrade.
Voluto il richiamo al notissimo bassorilievo etrusco di Murlo. Tre splendidi barberi montati a pelo da tre fantini nudi, senza armi, elmo e nerbo. Giocato il tutto su di un giallo screziato che somiglia al tufo al calar della sera.
Splendida la Vergine Assunta in cielo…per la verità una Madonna assisa in trono – ma voglio sperare che nessuno monterà una assurda polemica su questa differenza - con una veste ricamata. Tutta d’oro in un cielo intensamente blu, il blu cobalto, frutto della ricerca artistica coraggiosa e testarda di Fortunato, un colto ex madonnaro, un vero storico del linguaggio pittorico.
Fortunato ha poi voluto interpretare a modo suo il bestiario delle Contrade sul Campo.
Ha ricamato dieci stemmi applicandoli poi a mano su di una base rosso porpora. Sono dei piccoli gioielli, alcuni – vedi Valdimontone, Nicchio e Drago – dei veri capolavori di un grande artista- artigiano.
Il Palio è stato presentato da uno dei più grandi direttori d’orchestra al mondo, Gianluigi Gelmetti. Con poche parole ha colto il segreto e il significato dell’opera. Meglio di un critico d’arte. Forse ci voleva proprio un direttore d’orchestra per cogliere il senso, l’insieme di un drappellone davvero universale, almeno per noi Senesi, che in questa opera ci ritroviamo, perché parla di noi delle nostre radici, della nostra grandezza, della nostra cultura, delle nostre storie che sfociano ora nel gioco grosso del Palio, fra il sacro e il profano.
Io dinanzi a questo Palio mi sono emozionato, come poche altre volte mi è capitato. E mi sono emozionato per l’opera in sé, senza pensare alla mia Contrada, alle avversarie e al Palio. Per una volta ho pensato soprattutto a Siena, alla sua gente e a quante cose belle questa città mi ha regalato.

Roberto Morrocchi

 

 

 

 

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