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DRAPPELLONE "CROMATICO" ACCOLTO TIEPIDAMENTE

News inserita il 26-06-2015

Non è mancato l'applauso ma è stato, come dire, di circostanza senza il calore e l'entusiasmo che hanno sottolineato le opere di altri artisti, senesi e non.

E' stato accolto un po' tiepidamente il drappellone di Francesco Mori. Non è mancato l'applauso, ma è stato, come dire, di circostanza senza il calore e l'entusiasmo che hanno sottolineato le opere di altri artisti, senesi e non.

Eppure il cromatismo c'è, c'è una tavolozza intera di colori, e ci sono i contenuti, simboli e messaggi.

Ma mancano le facce urlanti dei contradaioli, manca il cavallo, mancano i fantini.

Si spiega così l'applauso "contenuto"? Mi pare riduttivo, anche se la ruffianeria di chi con cavalli e fantini cerca di ingraziarsi il favore della gente ha sempre pagato.

A me ha colpito, soprattutto, la parte superiore del cencio.

Quel cielo blu scuro, tendente al nero fumo, solcato da lapilli, stelle cadenti, saette e scoppi, che dà un significato al volto bellissimo di una Madonna popolare, dallo sguardo volto verso il basso, verso l'orifiamma, le sacre particole e lo skyline di una Siena rosseggiante, al tramonto.

Uno sguardo assorto e severo, di chi si dispone a difendere la città a Lei consacrata.

O Maria la tua Siena difendi...è scritto nell'aureola, e la Madonna di Provenzano distende il suo manto, come scudo protettivo contro l'aggressione pirotecnica di fuochi e strali che la "sua" Siena - non sia mai - potrebbero distruggere.

Al centro del drappellone il sole con i suoi raggi. Un sole che nel suo nucleo sferico ha i colori della balzana e che contiene la pisside con le sacre particole.

In fondo la carriera di questo luglio è dedicata al miracolo eucaristico che vede inalterate le ostie trafugate il 14 agosto 1730 dalla Basilica di San Francesco e ritrovate poi nella chiesa di Provenzano.

Le Contrade sono interpretate da dieci dischi che circondano il sole, ponendosi fra i suoi raggi. E qui non mi pare che l'artista si sia sforzato nel creare qualcosa di nuovo. Anzi, qualcuno di questi dischi o barberi mi pare non del tutto azzeccato. Un merito però ce l'ha e cioè di averli pensati e dipinti, senza ricopiare gli stemmi dei rioni.

Insomma un Palio dai tanti colori e dalla sicura simbologia, ma senza quel quid – se escludiamo il volto della Madonna e quel cielo brusco – che fa di un drappellone normale un'opera entusiasmante.

Nella stessa serata sono poi stati presentati il Masgalano e il Premio per il miglior tamburino.

Il Masgalano, offerto dalla Lega tumori di Siena, è una scultura su di una guantiera. Ed è un'opera di pregevolissima fattura. Vittoria Marziari ha scolpito sul fondo oro la figura di una donna, in argento vivo, nell'atto di sottoporsi ad un esame diagnostico per la diagnosi precoce del tumore al seno. Nel disegno c'è il significato della missione che la Lega ha da anni intrapreso.

Il premio al miglior tamburino è stato pensato dalla Contrada della Chiocciola per ricordare al mondo contradaiolo la figura di Silvano Bellaccini, il popolare Bano, che fu tamburino valente sul Campo e poi maestro dei novizi alle prese con le mazze e il tamburo.

Cecilia Rigacci, artista-artigiana di grande sensibilità ha raffigurato nella pelle di un tamburo il mitico Bano, piegato sul tufo e sulla mazza della sua Chiocciola...altre sedici mazze con i colori delle altre Contrade sostengono il il cerchio del tamburo...lo strumento che segna lo svolgersi del Corteo, al pari della fanfara di Palazzo, risuonando nella testa e nei nostri cuori.

E ora il gioco passa nelle mani dei dieci rioni che si contendono il cencio, e dei diciassette che gareggiano per il masgalano, così come faranno i tamburini per meritarsi l'anello d'oro che orna la mazza della Chiocciola, portando nel museo della proprio Contrada l'opera che ricorderà per sempre uno di loro, uno bravo e appassionato come loro.

Roberto Morrocchi

 

 

 

 

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