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DANZA INDIANA E CONTEMPORANEA PROTAGONISTA ALLA CORTE DEI MIRACOLI

News inserita il 04-06-2015


Sabato 6 giugno alle 21 lo spettacolo finale degli allievi dei corsi di Maresa Moglia e Francesca Duranti.

Natana Vedica East/West Performing Arts organizza, sabato 6 giugno alle ore 21, il tradizionale spettacolo di fine anno degli allievi dei corsi di danza contemporanea, danza indiana Bharata Natyam, danza Bollywood . Natanavedica East/West Performing Arts, fondata nel 2001 da Maresa Moglia insieme alla sua maestra Krishnaveni Lakshmanan, oltre al suo carattere artistico, ha come scopo principale quello di promuovere la conoscenza tra diverse culture, uno scambio attivo tra Est e Ovest. I nostri mezzi  di conoscenza sono il corpo e la mente con cui attraversiamo i confini. Attraverso lo studio del movimento cerchiamo di  rendere le persone consapevoli di sé, del proprio corpo e della propria mente. Natanavedica propone corsi di Danza Contemporanea, Flamenco e Teatro Danza dell’India, stile Bharata Natyam, una danza millenaria tramandata da maestro a discepolo fino a nostri giorni, una forma d’arte espressiva, uno yoga dinamico che coinvolge tutto il corpo, dagli occhi ai piedi, squisitamente codificata dai saggi antichi per beneficarci corpo e anima.
Per questo spettacolo, prosegue lo studio sugli stati di dominio e abbandono intrapreso con COEURPS (2014). A partire dalle riflessioni dedicate da Michel Foucault ai dispositivi disciplinari e alle forme di controllo dei corpi, Straniero ricerca una forma dell’azione in grado di dilatare il tempo e produrre durate. Mondo in rovina, baratro, fine dello spazio. L’abisso in cui il mondo si capovolge concede forse al corpo in caduta libera il privilegio di uno svuotamento e l’opportunità del volo. Non opporre resistenza, lasciarsi andare all'ignoto, è un mantra gravido di promesse che orienta pratiche disordinate e confortevoli collisioni. Ha un che di orgiastico, ma aderisce ad una regola e richiede una disciplina. Non si tratta infatti di sparire in quanto soggetti, ma di interrogare le modalità della visione approntando un territorio alieno, un luogo estremamente distante e allo stesso tempo vicinissimo. L’obbiettivo e il desiderio è quello di essere colti dallo sguardo in uno spazio intimo nel momento della metamorfosi, di tracciare un esperanto corporeo in grado condividere il momento fragile e aleatorio in cui il corpo diviene involucro trasparente da cui fuoriescono le sue molte mute.

 

 

 

 

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