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BUSINESS COMMUNITY, LA RISCOSSA DEL MANIFATTURIERO

News inserita il 28-08-2010

 

Oltre 200 imprenditori sono intervenuti nel convegno di San Gimignano. Secondo il presidente di Business Community, Franco Dominici (nella foto) "c'è bisogno di un'innovazione complessa, di fronte ad un mercato sempre più sensibile".

Oltre 200 imprenditori si sono trovati ieri pomeriggio per l'incontro “Le politiche regionali per il sistema produttivo. Quale futuro per il settore manifatturiero?” presso il Relais La Cappuccina, a San Gimignano. Segno tangibile, questo, dell'interesse creato intorno alla Business Community, associazione che si propone in modo concreto nello scenario del settore manifatturiero. L'associazione ha infatti fra i suoi obiettivi quello di costruire un rapporto stretto tra tutti gli attori economici: istituzioni, imprese, sindacati, finanza, università, centri di servizio. Fare sistema è elemento determinante per la competitività del sistema produttivo toscano nell’attuale contesto economico. E proprio questo è stato lo spunto da cui si sono snodati gli argomenti che gli imprenditori hanno voluto discutere con l'assessore regionale alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini, purtroppo all'inizio dell'evento è stata comunicata dallo stesso Simoncini l'assenza del presidente Rossi per motivi familiari urgenti.
Il presidente della Business Community Franco Dominici (ad Segis Spa) ha introdotto i temi principali: innovazione e sostenibilità come strumenti competitivi: “C'è bisogno di un'innovazione complessa, non solo incrementale e della sostenibilità intesa come strategia di competitività di fronte a un mercato sempre più sensibile”. Al presidente del Centro Sperimentale del mobile e di Artexport Spa, Luigi Borri, ideatore della Business Community ma anche membro della Commissione sviluppo sostenibile nella giunta di Confindustria nazionale, il compito di parlare di greeneconomy puntando sul progetto di greenhome: “Un fattore di competitività non solo come declinazione di principi ma come oggettiva messa in atto di tecniche ecocompatibili per rafforzare il posizionamento sul mercato dei nostri prodotti, in primis il sistema dell'arredamento e degli interni, quello dell'efficientamento energetico degli edifici e delle costruzioni ecocompatibili.
Il greenhome  - ha spiegato Borri - è un marchio della regione Toscana che ha portato alla definizione di un marchio di qualità ambientale di arredamento per interni (cucine, home office, imbottiti, camere e armadi) che si basa sul concetto Lca – Analisi del ciclo di vita. Occorre implementare questo marchio in tre modi: utilizzo di biomateriali e possibili sinergie con altre filiere non solo del manifatturiero ma anche dell'edilizia; centralità della fase di utilizzo (usabilità, ergonomia, inquinamento indoor e di fine vita (allungamento della durata, dismissione, riciclabilità) verso i quali i consumatori dimostrano sempre maggiore interesse e infine attenzione particolare per la fase di comunicazione e di mercato. Ma si deve partire da una metodologia che veda quattro parametri fondamentali: più qualità nella produzione, innovazione, investimento delle imprese su figure professionali più qualificate, cross fertilization di conoscenze. E proprio su questo potrebbe investire la Regione, su una cross fertilization a livello di formazione, creando una filiera vera tra università, imprese e istituzioni”. Partendo dalle cause della crisi, sia congiunturale che strutturale, l'amministratore delegato di Trigano Spa Paolo Bicci ha relazionato sul settore camperistico, proponendo “un rafforzamento nel collegamento tra made in Tuscany ed eccellenza del prodotto in termini di impatto ambientale, design, innovazione e creatività”, ipotizzando una “governance del Distretto camper e il ruolo dell'Università come driver dei progetti più avanzati”. Alessio Salvadori,  direttore generale Imer Group, si è basato su tre punti fondamentali: “la sostenibilità finanziaria delle aziende per poter riprendere gli investimenti; ricerca ed innovazione e infine le relazioni industriali cambiando quelle tra sindacati e imprese”. David Sarri per Confindustria Siena auspica, descrivendo nei dettagli le iniziative in corso di Confindustria sulle imprese toscane (14 i progetti di reti d'imprese sul territorio) “un'apertura mentale degli imprenditori e l'utilizzo di una struttura di ricerca avanzata e multidisciplinare come può essere quella universitaria toscana e il sostegno della Regione.” Sarri ha illustrato anche le possibilità di investimento sul territorio da parte di grandi realtà economiche. Poi, per l'Università, Marco Bellandi (prorettore alla Ricerca dell'Università degli Studi di Firenze): “In Toscana occorre facilitare rapporti tra università e industria partendo dal fatto che la formazione non viene oggi da una consapevolezza tecnica ma anche umanista”. Angelo Riccaboni (Preside Facoltà di Economia Università degli Studi di Siena) ha fissato in quattro punti i temi fondamentali di lavoro: “consolidare la base conoscitiva delle università; definire interfacce in grado di rispondere efficacemente alle esigenze; coinvolgere in modo più attivo gli Atenei nell'ambito regionale e provinciale; aumentare la cooperazione tra le università toscane” . Saverio Mecca (Preside della Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Firenze) ha invitato ad agire con maggiore concretezza: “Molte delle idee esposte oggi devono trovare una collocazione istituzionale, definendo un quadro strategico tra università e istituzioni a lungo termine”. Giuseppe Furlanis (presidente Cnam – Ministero dell'Istruzione Università e ricerca) ha ricevuto applausi con la proposta di costruire un polo formativo di alta formazione a livello nazionale per i settori specifici del camper, della nautica e dell'arredamento”.
Nell'auspicare che questo sia stato il primo di una lunga serie di confronti, proprio per le grandi proposte concrete che sono uscite dalla Business Community, l'assessore regionale Simoncini ha accolto le proposte di imprenditori e docenti: “La Toscana deve scommettere con un forte investimento sul rilancio del settore manifatturiero, che deve rimanere fulcro dello sviluppo regionale e che deve rappresentare una delle carte vincenti insieme ad altri settori più esposti. Avremmo bisogno di un Governo in grado di mettere in campo maggiori risorse per sostenere lo sviluppo, abbiamo le mani legate invece a causa di una manovra repressiva anche se non mi voglio nascondere dietro a questa affermazione: di fronte a una dimensione della crisi come quella attuale, noi possiamo fare il massimo ma abbiamo bisogno anche di altro. La Regione sta cercando di far fronte a questa crisi cercando anche di selezionare, evitando di tagliare nell'ambito delle politiche sul lavoro. Due gli obiettivi su cui lavorare: conservare la tenuta del tessuto sociale e di quello delle imprese (considerando ammortizzatori sociali e sostegno alle imprese) e mettere in campo tutte le iniziative che possono promuovere e sostenere una fase di sviluppo (intervento a supporto dei settori strategici che trainano la ripresa, attrazione e snellimento procedurale)”. L'assessore ha parlato a lungo dei progetti già in essere della Regione, dai bandi alla ricerca e allo sviluppo, fino alla formazione.
A fare gli onori di casa, con interventi concreti e non semplicemente istituzionali, il vicesindaco di San Gimignano Simone Burgassi, il presidente dell'Amministrazione provinciale di Siena Simone Bezzini che ha parlato della necessità di una “ridefinizione della capacità del settore pubblico di affrontare la crisi dando priorità ai settori economici più esposti. Auspico un sempre maggiore sforzo della pubblica amministrazione in tal senso” ma anche il sindaco di Poggibonsi Lucia Coccheri che ha sottolineato l'importanza di cogliere opportunità di crescita, anche guardando alle nuove realtà che arrivano, come per esempio le nanotecnologie. Moderatore Vincenzo Legnante, presidente del corso di laurea in Disegno industriale dell'Università di Firenze.
Questa è stata la seconda occasione per la Regione di incontrare i soggetti della Business Community per la Toscana: la prima fu a marzo, a Firenze, alla vigilia dell'elezione di Rossi Proprio durante quell'incontro, il candidato alla presidenza della Regione dichiarò – mostrando forte interesse verso l'impegno concreto della Business Community e comprensione dell'importanza per il settore economico - : “La Toscana deve riacquistare una capacità di crescita che le consenta di collocarsi al top delle regioni italiane smentendo ricerche e studi che prospettano il rischio del declino. Se sarò eletto presidente questo è l’obiettivo numero uno che mi porrò per i prossimi cinque anni. Per raggiungere l’obiettivo dello sviluppo – aveva detto Rossi - credo che la prima cosa da fare sia ristabilire una cultura ed un clima favorevoli al lavoro e allo sviluppo, in una parola alla industrializzazione. In questo senso Business Community è una iniziativa di grande valore da cui prendere assolutamente spunto”.
E la Business Community  - nata con la finalità di contaminare settori diversi per superare le tradizionali barriere e cercare risposte concrete alla crisi – non ha perso tempo. Appena qualche mese dopo l'elezione di Enrico Rossi, torna a proporre idee concrete per il futuro del settore manifatturiero. Imprenditori e docenti sono insieme per affrontare nuovi mercati e ricercare opportunità di crescita nei mercati emergenti. Insieme per creare competitività per il sistema produttivo toscano, per costruire iniziative capaci di affrontare la situazione contingente.

 

 

 

 

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