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UNANIME SOLIDARIETA' A SAKINEH DAL CONSIGLIO COMUNALE DI COLLE

News inserita il 02-10-2010

Solidarietà unanime dal consiglio comunale di Colle di Val d’Elsa a Sakineh Mohammadi Ashiani, la donna iraniana in carcere con l’accusa di adulterio e complicità in omicidio del marito, per la quale rischia la condanna a morte. Tutti i consiglieri, infatti, hanno espresso voto favorevole all’ordine del giorno presentato dal presidente del consiglio comunale, Gabriele Marini, con il quale si è inteso difendere, principalmente, il diritto inviolabile alla vita di ogni essere umano in ogni parte del mondo.
L’ordine del giorno impegna il consiglio comunale, la giunta e i parlamentari eletti sul territorio regionale a far pervenire al governo iraniano e alle Nazioni Unite la propria convinta opposizione verso l’applicazione di pene in contrasto con i diritti inviolabili di ogni persona; a sostenere, in ogni sede e circostanza, la moratoria contro la pena di morte e a promuovere apposite iniziative politiche di sensibilizzazione sulla vicenda.
“Il caso di Sakineh Mohammadi Ashtiani –si legge nell’ordine del giorno– ha emozionato e sdegnato gran parte dell’opinione pubblica nazionale ed internazionale, dal momento che le imputazioni sollevate contro di lei sono in contrasto con i più elementari diritti della persona. L'Italia è impegnata da anni nel portare avanti alle Nazioni Unite iniziative per la moratoria e l'abolizione della pena di morte e ha fatto sentire anche in sede europea la propria voce per elaborare misure in difesa del diritto alla vita nel caso di Sakineh e di altri simili, quali Maryam Ghorbanzadeh, Kobra Babbei e Azar Bagheri. In questi casi, il ruolo dell’opinione pubblica internazionale si è rilevato strategico per far mutare decisioni già assunte da alcuni Paesi”.
“L'appello lanciato con grande successo da molti organi di stampa italiani –continua l’ordine del giorno– ha raccolto 50 mila firme di sostegno per l'iniziativa e si è unito alla mobilitazione diffusa in tutta Europa e in tutto il mondo a favore del diritto alla vita. L’appello ha sortito un effetto positivo sia a livello di sensibilizzazione dell’opinione pubblica che per qualche segnale di apertura nella pena comminata a Sakineh ed è questa la strada da percorrere per difendere il diritto inviolabile alla vita di questa donna e di coloro che si trovano o si troveranno in casi simili”.

 

 

 

 

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