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SIENA CAMBIA: "IL CASO DEL CUP E' UN OSSIMORO"

News inserita il 13-07-2015

Che cos’è un ossimoro? Una contraddizione intrinseca, un paradosso apparente. Nelle attuali questioni sanitarie l’ossimoro è: centralizzazione e capillarità dei servizi, razionalizzazione e tagli a rischio di essere ragionati su forme di risparmio che mettono a repentaglio posti di lavoro, non garantendo una effettiva qualità nelle risposte ai bisogni dei cittadini. 

Un processo di efficientamento consiste nel raggiungere il medesimo risultato con un minore sforzo.  Ma quando si va ad incidere su sanità, servizi e persone, è necessario porre un freno, per così dire, etico: il primo limite deve essere rappresentato dalla cessazione dell’applicazione, tranne che in ambiti ben definiti, delle gare al massimo ribasso. Queste non possono e non devono funzionare nel contesto della sanità e dei servizi, nemmeno quando al massimo ribasso venga posto un limite matematico, che innescherebbe altre logiche. Il funesto risultato dell’utilizzo di questo genere di attribuzione è sotto i nostri occhi con l’esempio della recente vicenda CUP. La gara realizzata dall’ASL fiorentina, il cui risultato si è temuto potesse essere proiettato anche a Siena, ha visto prevaricare chi del peggioramento delle condizioni di lavoro ha fatto la chiave di volta del risparmio. Questo è inaccettabile, così come inaccettabile è il rischio di smarrire quel capitale umano già presente all’interno delle aziende, compreso il virtuoso meccanismo dell’utilizzo di personale diversamente abile o con disagio sociale. 

Ci aspettiamo pertanto indicazioni positive dai ricorso presso i tribunali amministrativi, in particolare sul metodo, ma soprattutto ci aspettiamo che gli esiti della gara non vengano applicati in ambito senese, applicazione peraltro soltanto temuta e mai effettivamente decisa. Realizzare un affidamento, adesso, sarebbe inoltre in contrasto con quanto dichiarato dall’assessore Saccardi, che manifesta la volontà di ristrutturare integralmente il meccanismo di prenotazione e servizi adesso forniti dai CUP. Su questo nuovo modello, in realtà, dobbiamo concentrarci. Vanno create le condizioni per lavorare nei giusti tempi alla ristrutturazione del servizio: un nuovo impianto che impieghi al meglio i soldi del cittadino, che valorizzi le professionalità già presenti, che collabori al meglio con la rete dei medici di famiglia e che non abbia soltanto il sapore dell’accorpamento, dell’accentramento, della riduzione e del taglio. 

Risparmiare in ambito sanitario si può anche attraverso ottimizzazione, razionalizzazione e ridistribuzione di compiti e servizi, creazione di percorsi più efficienti in grado di ridurre gli sprechi garantendo la qualità e l’universalità delle cure.

 

 

 

 

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