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"LEZIONI SENESI": AL SANTA MARIA DELLA SCALA SI OMAGGIA CALVINO

News inserita il 18-09-2010

Grandi protagoniste del convegno di studi Calvino sono state ieri le "Lezioni senesi" andate in scena al Santa Maria della Scala per il programma dedicato al grande scrittore a 25 anni dalla sua morte a Siena. E' emerso un quadro significativo della personalità di uno degli autori più amati e letti nel mondo.
Hanno parlato: Mario Barenghi, docente di letteratura italiana contemporanea all’Università di Milano Bicocca,
Martin
McLaughlin
, professore di italiano alla Faculty of Modern Languages at University Of Oxford e Francesca Serra, ricercatrice al Dipartimento di Italianistica di Firenze.
Presente anche la moglie Esther che ha ringraziato per le giornate di ricordo dedicate al marito.
Barenghi, entrando nel dettaglio del ciclo di sei lezioni che Calvino avrebbe dovuto tenere all’Università di Harvard (l’intellettuale morì mesi prima n.d.r.), ha fatto il punto, avvalorato anche da considerazioni personali, sui valori che, per lo scrittore, dovevano stare alla base della letteratura per il nuovo millennio: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità e coerenza. "Peccato – ha evidenziato – non abbia affrontato, ma solo abbozzato e poi lasciato, il tema dell’intersoggettività, il cammino dell’io continuamente attraversato dal ‘cammino’ degli altri".  Un argomento allora non fondamentale, ma che prenderà il suo spazio a breve, per interessare insieme agli ambiti ristretti dell’individualità quelli più complessi della politica.
Calvino, particolarmente attento alle trasformazioni delle società, alla veloce evoluzione della tecnologia e dell’informatica, temeva per il futuro della lingua. Della perdita del senso racchiuso nelle parole, e delle trasformazioni innescate anche sotto la spinta di una globalizzazione che pesa sugli aspetti economici come  su quelli culturali. Lui la definiva la peste del linguaggio. Nessuna esattezza, solo approssimazione e sciattezza.
"Tutto può cambiare, scriveva, ma non la lingua che ci portiamo dentro, anzi che ci contiene dentro di sé, come un mondo più esclusivo e definitivo del ventre materno". E sull’importanza della lingua è intervenuto McLaughlin.
"Per comprendere Calvino lo si deve leggere in inglese, perché è più facile tradurre l’italiano in questa lingua anziché in francese e spagnolo, lingue romanze troppo simili fra loro".  I temi delle lezioni americane emergono, in questo contesto, in tutta la loro importanza. Soprattutto nel rapporto di coerenza tra  parole e contenuti, perché per tutta la vita Calvino si occupò della pratica della traduzione.

 

 

 

 

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