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LEGA NORD: INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SU BANCA INTESA

News inserita il 07-07-2015
Il Capogruppo della Lega in Senato, Gian Marco Centinaio, ha recentemente presentato un'interrogazione al Presidente del Consiglio dei ministri ed al Ministro dell'economia e delle finanze su alcune operazioni finanziarie che hanno interessato la filiale di Siena di Banca Intesa e la società finanziaria Scotti SpA, senza che le indagini civili e penali abbiano ancora chiarito le modalità di alcune operazioni anomale.

Di seguito l'interrogazione:

Atto n. 4-03908

Pubblicato il 6 maggio 2015, nella seduta n. 443

CENTINAIO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'economia e delle finanze. -

Premesso che a quanto risulta all'interrogante:

negli ultimi anni alcune vicende finanziarie poco chiare hanno interessato la filiale di Siena di Banca Intesa e la società finanziaria Scotti SpA, senza che le indagini civili e penali abbiano ancora chiarito le modalità di alcune operazioni anomale;

dal riepilogo patrimoniale della filiale emergerebbe un quadro tale per cui, sommando il valore delle azioni ordinarie e privilegiate, e moltiplicandole per il numero di azioni, risulterebbe un valore pari ad un totale di oltre 2 milioni di euro, considerando un prezzo di carico pari a 28,70 euro per le azioni ordinarie e un prezzo di carico pari a 20,64 euro per le azioni privilegiate;

al contrario, secondo il documento presentato dalla filiale di Siena all'autorità giudiziaria, emerge una situazione patrimoniale del tutto differente in cui il valore delle azioni, sia ordinarie che privilegiate, vengono deprezzate per un valore pari a zero, per le azioni ordinarie, e a 827,94 euro, per le azioni privilegiate. Di rimando, al firmatario del presente atto di sindacato ispettiva non è chiaro come la Società Scotti SpA, che opera nella vicenda in qualità di società finanziaria, possa aver subito una così drastica perdita di valore delle proprie azioni, non avendo azioni quotate in borsa, e non subendo, quindi, le conseguenze delle fluttuazioni delle condizioni di mercato;

Banca Intesa, durante le indagini penali, avrebbe affermato la responsabilità della Società Scotti che, attraverso il suo liquidatore, avrebbe ricevuto l'autorizzazione a tali operazioni. Dal canto suo, invece, il liquidatore della Scotti avrebbe affermato di essere totalmente all'oscuro e di non aver mai dato alcuna autorizzazione alle operazioni operate dalla filiale senese dell'istituto di credito. Inoltre, all' interrogante non sembra chiaro su quali basi sia stato emesso l'ordine di annullamento delle azioni e restituzione di queste da parte di Banca Intesa alla Scotti SpA: la filiale senese ha infatti affermato, durante le indagini penali, che questa operazione sarebbe stata autorizzata ai fini di un'eventuale fusione della società finanziaria che, però, non avrebbe alcuna ragione di esistere, vista la procedura di liquidazione a cui è stata sottoposta la Scotti;

a ciò si sarebbero aggiunte poi ulteriori irregolarità: la banca dichiara che le azioni avrebbero un valore pari a zero, nonostante la Scotti SpA abbia pagato e stia pagando un acconto sul totale della liquidazione; la stessa filiale, poi, non sembra aver adempiuto alle obbligazioni fiscali relative ai bolli da pagare per i depositi sui conti correnti e i libretti fiscali, stabiliti alla legge di stabilità per il 2013 (di cui alla legge n. 228 del 2012) del Governo Monti;

infine, la Banca sembra aver del tutto ignorato il provvedimento della Monte Titoli SpA che ha comunicato agli aderenti, oltre 10 anni fa, che, a partire dal 1° gennaio 2004, avrebbe smesso di applicare i diritti di accentramento relativi alle azioni sottoposte a procedura fallimentare, al fine di non far gravare queste spese sui possessori delle azioni;

la vicenda, portata di fronte alla Procura della Repubblica di Siena, non ha ancora trovato soluzione ed ora, dopo 4 anni, ne è stata richiesta l'archiviazione. Né si è potuta esperire la via dell'avocazione delle indagini da parte della Corte di Appello di Firenze circa gli oggettivi ritardi nella chiusura delle indagini e le relative responsabilità della Procura di Siena, perché, ad oggi, il giudici della Corte di Appello fiorentina non hanno ancora compiuto alcuna azione. Tantomeno è stato possibile ricevere le adeguate chiarificazioni dalla Banca d'Italia, ugualmente interpellata;

tutto ciò, nonostante le evidenti irregolarità riscontrate nella gestione di tali operazioni, rilevate sia in sede di giudizio penale che civile, che fanno ragionevolmente pensare a gravi irregolarità e inesattezze contenute nel bilancio sociale della banca, che stanno arrecando un grave pregiudizio a tutti gli azionisti della Scotti SpA e, di rimando, anche all'erario che non ha mai incassato l'importo dei bolli,

si chiede di sapere se il Governo non ritenga opportuno informare nuovamente, nell'ambito delle proprie competenze, gli organi della Banca d'Italia al fine di avere chiarimenti e, qualora necessari, procedere con gli opportuni provvedimenti sanzionatori previsti dalla legge, circa le operazioni anomale svolte dalla filiale senese di Banca Intesa, anche con lo scopo di evitare che simili situazioni di poca trasparenza possano verificarsi di nuovo in futuro.

 

 

 

 

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