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INIZIATIVE PER RICORDARE IL LAVORO IN MINIERA A PIANCASTAGNAIO

News inserita il 24-08-2010

La pubblicazione sul sito del Parco Museo delle Miniere dell’Amiata delle interviste a chi ha lavorato per decenni nelle miniere di mercurio del Siele e dell’Argus e la nascita di una nuova associazione che riunisce i minatori pianesi del Siele e dell’Argus. Sono queste le due iniziative promosse in Amiata nei giorni scorsi per continuare a valorizzare il patrimonio storico e culturale della zona, rendendo omaggio all’attività principale che ne ha segnato lo sviluppo.
Le interviste ai minatori. L’iniziativa si inserisce in un quadro di attività di studio e di ricerca documentale volta a raccogliere e a valorizzare le testimonianze orali ancora presenti sul territorio e che costituiscono un patrimonio prezioso di conoscenze e di esperienze individuali e collettive. Le interviste raccontano la vita nella miniera, le caratteristiche del lavoro, i cambiamenti avvenuti nel tempo per quanto riguarda le attrezzature, le lotte per migliorare le condizioni di vita e per mantenere il posto di lavoro, ma anche i ricordi e le riflessioni sulla vita quotidiana del paese e delle famiglie. Nelle interviste, inoltre, vengono ricordati avvenimenti storici che hanno segnato la storia del movimento operaio amiatino: dai licenziamenti dopo l’attentato a Togliatti alla rivolta delle popolazioni della montagna; dalla lunga occupazione della miniera nel 1959 per il cottimo collettivo fino allo smantellamento degli stabilimenti e alla loro riconversione. Tra gli intervistati, non ci sono solo minatori, ma anche tre donne, mogli e figlie di minatori, e Don Zelio Vagaggini, parroco di Piancastagnaio.
Le testimonianze raccolte a Piancastagnaio si aggiungono al patrimonio di Abbadia San Salvatore, Castell’Azzara e Santa Fiora e fanno parte di un progetto di recupero e di conservazione della memoria orale coordinato da Giovanni Contini, della Sovrintendenza Archivistica Regionale, che si è avvalso del sostegno dell’Associazione dei Minatori e della collaborazione, per realizzare le interviste, di Francesco Serafini, sindaco di Piancastagnaio negli anni della chiusura delle miniere e della riconversione, oltre che studioso di storia del movimento operaio locale.
La neonata associazione. L’Associazione dei minatori del Siele e dell’Argus si è costituita lo scorso luglio per volontà dell’amministrazione comunale di Piancastagnaio e dei soci che già facevano parte del Comitato omonimo. L’obiettivo, come spiega il presidente Giuseppe Santelli, è quello di stimolare e supportare tutte le iniziative che possano recuperare e valorizzare l’esperienza della miniera. 
Il primo banco di prova della nuova formazione è stata la quarta edizione di “Rosso Cinabro. L’impegno e la maestria dell’Associazione dei minatori del Siele e dell’Argus ha permesso di costruire una galleria mineraria di dimensioni quasi reali, con un tratto di binario, un vagoncino per il trasporto del cinabro e alcuni attrezzi da lavoro autentici. Tutto è stato esposto nel giardino della biblioteca comunale, suscitando grande interesse nei visitatori. Appoggiata alle antiche mura della Rocca Aldobrandesca, la galleria è stata illuminata dalle luci delle lampade ad acetilene adoperate per decenni dai minatori amiatini e ha suscitato, in chi la guardava, profonda emozione per l’evocazione di un mondo ormai passato, ma da non dimenticare. Inoltre, durante la festa, su un grande schermo collocato accanto alla galleria, è stato trasmesso un video con le immagini e con le testimonianze di decine di minatori pianesi che hanno raccontato le loro esperienze di vita e di lavoro. I minatori di Piancastagnaio, poi, hanno guidato i  numerosissimi visitatori trasportati con i bus navetta fino al villaggio minerario del Siele, immerso tra boschi del Pigelleto, e che costituisce un originale esempio di ambiente minerario, forse unico in Italia.

 

 

 

 

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